Pellet radioattivo: rischio minimo secondo l’ARPA Piemonte
Finalmente qualcuno si è sbilanciato ufficialmente per dichiarare che il rischio legato ai pellet radioattivi è del tutto trascurabile.
Nella totale latitanza del governo italiano (impegnato, come si sa, su ben altri fronti...), l'ARPA Piemonte ha rilasciato un comunicato sui rilievi fatti in Regione e sul possibile rischio radiologico.
In Piemonte sono stati trovati pellet e ceneri contaminati, ma a bassa radioattività, tra i 2 e i 20 Bq/kg per i pellet e intorno a 500 Bq/kg per le ceneri. Le ceneri sono naturalmente più radioattive, dal momento che concentrano tutti gli elementi che non bruciano nella combustione, ma il livello è comunque al di sotto della norma di legge.
Anche il pellet valdostano con una radioattività che oltrepassa di 40 volte il limite di legge, il rischio complessivo è molto basso.
Secondo l'ARPA, la dose assorbita da chi avesse eventualmente maneggiato ceneri con una radioattività di 40000 Bq è molto minore di 1 µSv all'anno, «un valore comunque assolutamente trascurabile, essendo inferiore al limite di 10 µSv/anno che la norma (allegato I del D. Lgs. 230/95) fissa come criterio per la non rilevanza radiologica.» Un calcolo "artigianale" da me effettuatoera arrivato già qualche giorno fa a conclusioni analoghe.
Secondo l'ARPA, l'uso delle ceneri eventualmente contaminate come concime da giardino non costituisce un rischio. La ditta AbiTest ha effettuato numerosi controlli sul pellet senza trovare traccia di radioattività.
Se la contaminazione radioattiva del pellet rimane comunque un fatto gravissimo, possiamo però essere ragionevolmente tranquilli per la nostra salute. Qualcuno si è forse preoccupato di andarlo a raccontare in TV?
Continua a leggere per sapre qualcosa in più su becquerel, sievert e altre unità radiologiche.
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