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Amazzonia: i primi risultati della campagna di Greenpeace

24 giugno 2009 0 commenti

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Due settimane dopo la denuncia di Greepeace secondo cui diverse multinazionali utilizzavano carne e pelle di animali allevati su suolo deforestato (vedi Scarpe, divani, carne in scatola e la distruzione dell'Amazzonia), si iniziano a vedere i primi risultati positivi. Le news non sono ancora disponibili sul sito italiano di Greenpeace, ma mi sono giunte attraverso una maildella responsabile della campagna Foreste Chiara Campione.

Eccoli:

  • Un'agenzia della Banca Mondiale ha cancellato un prestito di 90 milioni di dollari alla multinazionale Bertin , uno delle tre multinazionali coinvolte.
  • La giustizia brasiliana si prepara a chiedere un salato indennizzo alla Bertin e agli allevatori illegali.
  • La grande distribuzione ha cancellato i contratti di fornitura con Bertin, per evitare di pagare multe di 200 € per ogni kg di carne "illegale".

Non si dice nulla delle altre due aziende coinvolte nei traffici di carne illegale, la JBS e la Marfrig, ma si spera che verranno presi provvedimenti analoghi.

Per quanto riguarda l'Italia, Greenpeace ha incontrato Geox,  Adidas, Nike e Timberland, che hanno fatto generiche promess. Solo Geox si è impegnata a dare risposte in tempi brevi. Pecora nera è invece la Clark's, che non ha mai risposto agli appelli di Greenpeace.

brecht_bertolt.jpgPer quanto mi riguarda, ho ricevuto due risposte all'appello che ho inviato tramite Greenpeace, una della Timberland, pochi minuti dopo aver spedito l'appello, e una della Clark's. Il giorno dopo. Si trattava naturalmente di messaggi automatici in inglese.

E' comunque significativo che le multinazionali si prendano la briga di inviare risposte. Hanno paura dei consumatori, se dietro al portafoglio c'è anche un cervello pensante.

Non è vero che una lettera non fa differenza. La fa eccome.

Per parafrasare Bertolt Brecht, potremmo dire:

Amministratore, la tua multinazionale è una macchina potente,

Devasta l'ambiente in tre continenti

e sfrutta milioni di uomini e donne.

Ma ha un difetto:

ha bisogno di un cliente.

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