Dalle foreste del Congo al parquet inglese ai mobili IKEA
«Quasi subito sentiamo in lontananza il rumore di una motosega. Ci vorranno ancora due ore di cammino per uscire dalla foresta e imbatterci in un gruppo di boscaioli della Sicofor che stanno abbattendo un Moabi di 22 metri.
Un albero che muore e si sposta, appunto; sarà caricato in giornata su un camion con destinazione Pointe-Noire , da dove alcune settimane dopo verrà imbarcato per Zhang Jiagang, vicino a Shangai, primo porto mondiale per quanto riguarda il commercio di legno tropicale.
Dato che il Moabi è un legno solido e di valore, forse sarà utilizzato per produrre il parquet esportato in grande quantità verso la Gran Bretagna. oppure per fabbricare mobili IKEA, di cui la Cina è il maggior fornitore.
Il Moabi, che impiega un centinaio di anni per arrivare alla piena maturità, in pochi minuti piomba a terra in un fracasso di rami spezzati, sollevando una nuvola di polvere.
Il moabi (Bailonella toxisperma) è sulla lista rossa dell'IUCN (International Union for conservation of Nature)
Nel 2006 il Congo ha esportato quasi un milione di metri cubi di legname, due terzi dei quali sotto forma di tronchi interi, nonostante la legge imponga di trasformare sul posto l'85% della produzione.»
S. Michel, M.Beuret, Cinafrica. Pechino alla conquista del continente nero, Milano 2009, p. 55