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Turismo, legambiente lancia ‘Nevediversa’

2 marzo 2009 0 commenti
wintersport0Roma, 2 marzo 2009 – Fiumi di denaro spesi per il turismo in alta quota con conseguenti aggressioni all’ambiente montano ed ecomostri costruiti per sostenere il business della neve. A denunciarlo è la Legambiente che lancia “Nevediversa 2009″, la proposta per un turismo invernale che propone un approccio più sostenibile al turismo alpino, un’alternativa al tradizionale turismo “che affolla le piste da sci e le seconde case nella stagione invernale”.Week-end bianchi ad impatto zero,  escursioni nelle aree protette, ciaspolate sulle nevi, degustazione di prodotti tipici al caldo dei rifugi, manifestazioni folcloristiche e tutto quello che si può fare in montagna d’inverno senza gli sci da discesa ai piedi. È questa “Nevediversa”, edizione invernale della Carovana delle Alpi, la campagna di Legambiente che dal 2002 percorre in lungo e in largo l’intero arco alpino per promuovere la Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, ma anche per “denunciare – dice l’associazione ambientalista – le aggressioni all’ambiente d’alta quota, che troppo spesso derivano da una idea sbagliata di sviluppo turistico”.

“Da anni, sulle Alpi, – sottolinea Legambiente – fiumi di denaro, per lo più pubblico, vengono spesi per ammodernare impianti e piste da sci. Centinaia di milioni di euro che però spesso si traducono in danni ad aree di grande pregio naturalistico visto che, per realizzare nuove piste, occorre abbattere foreste, spianare pascoli e torbiere.”

“Le abbondanti precipitazioni nevose di quest’anno fanno tirare il fiato a turisti ed operatori rispetto ai rischi di una stagione poco bianca”, ma i dati dei climatologi per Legambiente “non lasciano dubbi”. “La linea di ‘affidabilità'” della neve, cioè la quota al di sopra della quale è mediamente assicurato un buon innevamento, è salita negli ultimi anni oltre i 1.500 metri sul livello del mare, – prosegue – mettendo in difficoltà decine di comprensori sciistici che dovranno spostarsi sempre più ad alte quote, alla ricerca della neve ‘sicura'”.

“Il turismo invernale è sicuramente una risorsa importante, -sottolinea il gruppo ambientalista- ma non può sacrificare le vocazioni dei territori montani. Per questo ‘Nevediversà di Legambiente punta sul turismo ‘evergreen’, quello cioè che valorizza tutte le stagioni ed evita di collocare gli ecomostri d’alta quota ovunque ci sia un’aspettativa di valorizzazione immobiliare dei terreni”.

“Quello che abbiamo rilevato negli ultimi anni è la forte convergenza, e in molti casi addirittura la coincidenza, tra gli interessi degli immobiliaristi e quelli degli esercenti di impianti di risalita” dichiara Damiano Di Simine, responsabile dell’Osservatorio Alpi di Legambiente. “In pratica -spiega- si progettano e realizzano impianti a fune per far lievitare il valore dei terreni circostanti, che diventano rapidamente edificabili riempiendosi di case per le vacanze. Al danno dei disboscamenti e dei movimenti di terra, si sommano così pesanti alterazioni del paesaggio alpino, destinate nel tempo a rendere sempre meno attraenti le località turistiche”.

 

La risposta di Legambiente a tutto questo, “compreso a quel 48% di turisti invernali che secondo il Ciset dichiarano di recarsi in montagna non per sciare ma per godere della bellezza dei paesaggi montani, è Nevediversa” dice l’associazione.

Così, a partire dall’ultimo week end di febbraio, gli appuntamenti di Legambiente toccheranno località di tutto l’arco alpino, dalla Liguria al Friuli, anche per denunciare i danni causati dalla monocoltura dello sci. Come quelli provocati in Friuli dove, riferisce Legambiente, “il Piano Industriale della Promotur, Società regionale pubblica, oltre 200 milioni di euro investiti in nuove piste e nuovi impianti da sci, viene portato avanti al di fuori di ogni seria valutazione di impatto ambientale”. E non solo.

Legambiente, infatti, sottolinea anche “lo scempio ambientale che si progetta di realizzare nei massicci calcarei del Parco delle Orobie Bergamasche, in Lombardia, costruendo un comprensorio sciistico in zone dove la neve ormai è una rarità”.