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‘Cosmos': uno standard europeo unico per i cosmetici naturali

3 aprile 2009 0 commenti

FRANCE FASHIONNasce a Bologna lo standard unico europeo per i cosmetici naturali, un disciplinare che definisce e regolamenta il cosmetico biologico, condiviso da 5 Paesi europei. Si chiama ‘Cosmos’ (Cosmetics Organic Standard) ed è sottoscritto dagli enti certificatori di Italia, Francia, Inghilterra, Germania e Belgio: di fatto stabilisce in Europa le caratteristiche dei cosmetici ‘secondo natura’. Sarà presentato dalla Icea – Istituto per la Certificazione etica e ambientale, ente capofila per l’Italia- in un convegno al Cosmoprof di Bologna.
In assenza di una normativa di tutela, nasce dunque un codice di autoregolamentazione, su base volontaria, con un proprio marchio.
‘Cosmos’ entrerà in vigore dal primo settembre: il nuovo standard europeo è stato approvato dai principali certificatori europei -la francese Ecocert, la tedesca Bdih, l’inglese Soil Association, la belga Bioforum- e Icea, con sede a Bologna, che è stato tra i primi enti promotori del progetto. Per poter essere definito cosmetico naturale, requisito fondamentale è l’applicazione dei principi della ‘chimica verde’, mentre è severamente limitato l’utilizzo della nanotecnologia, almeno fino a quando saranno disponibili informazioni più precise sui possibili effetti collaterali.

I nuovi rigorosi standard europei prevedono due livelli distinti di certificazione, una per il prodotto biologico, una per quello naturale. Per il primo impone che sia bio almeno il 95% degli ingredienti agricoli ottenibili con semplici metodologie fisiche di estrazione, e almeno il 20 per cento sul totale del prodotto finito, considerando anche l’acqua. Anche il prodotto naturale non dovrà avere più del 2 per cento di materie prime di sintesi. Per un prodotto cosmetico garantito e di qualità si richiede, infine, il rispetto di requisiti animalisti e ambientali con un linguaggio comune, che va dalla definizione delle diverse categorie di ingredienti cosmetici ai calcoli per quantificare le diverse percentuali di bio, naturale e petrolchimica residua, mai superiore al 2 per cento.