Rapporto Ecomafie di Legambiente: sul podio c’è ancora la Campania
“Il cemento continua ad essere il petrolio dei clan, soprattutto quelli campani”. Il nuovo quotidiano ‘Terra’, da oggi in edicola, anticipa alcune conclusioni del rapporto Ecomafia di Legambiente.
Secondo il dossier, in Italia si viaggia alla media di 21 reati al giorno contro il territorio, il 46% del totale nazionale delle infrazioni nel ciclo del cemento si realizzano nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. La capitale del cemento connection rimane la campania con oltre 1.200 infrazioni e ben 1.645 persone denunciate e 625 sequestri. Segue la Calabria, mentre sale il Lazio che guadagna il terzo posto nella classifica dell’illegalita’ del ciclo del cemento.
Una risalita “che non meraviglia – si legge su ‘Terra’- vista la continuita’ territoriale del basso Lazio e della zona pontina con il territorio casertano in mano all’impero del cemento armato targato casalesi”. I nuovi dati mostrano che la situazione non e’ cambiata piu’ di tanto, segnalando dei piccolissimi cambiamenti almeno nelle prime due posizioni.
Diminuiscono di poco, i numeri della cemento connection in Campania. Lo scorso anno, infatti nella regione si contavano 1.346 infrazioni accertate e 1.745 persone denunciate. Aumentano pero’ i sequestri effettuati dalle forze di polizia che passano dai 602 dello scorso anno ai 625 conteggiati nel nuovo report di Legambiente. In seconda posizione resta invariata la Calabria che nel 2008 presentava 972 infrazioni accertate, 976 persone denunciate e 277 sequestri effettuati. Scende la Puglia, scalzata al terzo posto dalla scalata della regione Lazio che lo scorso anno stazionava al quarto posto con 661 infrazioni, 875 persone denunciate e 286 sequestri effettuati.