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L’intervista: “L’Africa ha fame, il G8 deve mettere l’agricoltura fra le priorità”

29 aprile 2009 0 commenti

Rhoda Peace Tumusiimedi Natalia Encolpio
Rhoda Peace Tumusiime è arrivata a Treviso dall’Uganda. Ha partecipato al G8 dell’Agricoltura come rappresentante dell’Unione Africana. Cinquantotto anni, sei figli, è l’attuale Commissario per l’Economia rurale dell’African Union Commission. Ha ricoperto incarichi di prestigio sia in Uganda che nelle associazioni africane: agricoltura, sviluppo economico, sanità, prevenzione, donne e giovani sono i temi sui quali lavora da anni con impegno.
Rhoda Tumusiime si è laureata in Economia in Gran Bretagna, all’Università di Manchester, e dopo ha scelto l’Italia per frequentare a Torino un corso di Diploma sul ruolo delle cooperative nello sviluppo del mondo femminile.
Donna, africana e competente: da anni rappresenta il suo paese, l’Uganda, e le altre realtà di questo sterminato continente, nelle principali organizzazioni internazionali pubblicando anche libri e materiale sui temi di scottante attualità come lo sviluppo agricolo, la guerra alla povertà, la sicurezza alimentare, la prevenzione dell’Aids. Lavoro e impegno per costruire una realtà migliore. Punto di partenza i giovani e le donne e Rhoda vuole aiutare i primi a migliorare l’istruzione e la formazione e le seconde a salire i gradini del potere politico ed economico dell’Uganda e del resto dell’Africa.
Africa e agricoltura: quali sono le priorità da affrontare in tempi rapidi?
Il mio mandato è collegato con i più importanti aspetti della vita (la salvaguardia dell’acqua, la terra, la pesca, la forestazione, i cambiamenti climatici e l’ambiente) ed è molto difficile dare a loro un ordine di importanza: ma considero sicuramente cibo e acqua i due tempi più importanti.
G8: quali risultati si aspetta per i paesi dell’Africa?
E’ molto importante mettere l’agricoltura, rispetto al G8, tra le vere priorità che i capi di stato dovranno affrontare. E’ necessario attirare l’attenzione per aumentare gli investimenti in agricoltura. Ma è anche indispensabile aumentare la produzione e la produttività per facilitare la disponibilità e la reperibilità del cibo: sono obiettivi che non possono essere raggiunti senza che non siano stati reperiti fondi e risorse finanziarie adeguate.
Italia e Africa: su quali tematiche attivare la cooperazione?
L’agricoltura africana ha un limitato valore aggiunto. L’Italia invece ha raggiunto traguardi di successo nel business agricolo. E questa è un’importante area per la cooperazione.
La maggioranza degli agricoltori africani vive sul modello di fattoria di famiglia. L’Italia ha un bagaglio ricco di esperienze in questi stessi ambiti. Per me questo è un patrimonio importante e concreto che potrebbe condividere con l’Africa.
Emergenze in agricoltura: qual’è , per lei, la più drammatica per l’Africa?
Sicuramente la mancanza di cibo. Il WFT, la Banca Mondiale, la Fao e l’Ifad indicano nei loro rapporti che la domanda di cibo ha un “buco” da colmare di 6 bilioni di dollari americani.
Giovani, formazione e nuove prospettive in agricoltura
I giovani sono le generazioni del futuro. Noi vorremmo allestire centri di eccellenza per formazione nei processi agricoli. Le biotecnologie sono necessarie per aumentare la produzione agricola e raggiungere una sicurezza alimentare sostenibile.
Acqua, un’altra parola importante per l’Africa. Come risolvere il problema dell’estrazione?
L’Africa ha un accesso limitato all’acqua potabile e agli impianti igienici.
C’è bisogno di tecnologie per reperire l’acqua nel nostro territorio africano e l’Italia ha un grande vantaggio rispetto a questi temi. E’ importante attivare cooperazione con l’Africa per aiutare a risolvere il problema delle risorse idriche.
Sicurezza, un tema cruciale sia per quanto riguarda il cibo che la totalità della vita degli esseri umani: come lavorare e con quali obiettivi?
L’Africa ha programmi SPS ma può beneficiare molto di più dai programmi bilaterali con l’Italia o all’interno dei programmi di cooperazione e sviluppo previsti dall’Unione Europea. E’ necessario procedere su tutte queste strade.
Cultura e integrazione in un mondo globalizzato?
Questa è un’area spesso ignorata che invece gioca un ruolo cruciale nei programmi di integrazione. Programmi di scambio (soprattutto per arte e sport) e assistenza tecnica riceverebbero grandi benefici