La convention Coldiretti lancia la filiera corta
L’agricoltura è sinonimo di concretezza, di fatica, di lavoro. E la gente che popola campi e allevamenti ha volti e mani, è fatta di solidità e abitudine al fare. Ed in tanti sono arrivati da tutta Italia per la convention di Coldiretti al Palalottomatica.
Un evento per lanciare la nascita della filiera agricola tutta italiana.
I firmatari di quello che viene definito un ‘Progetto Paese’, vogliono rilanciare i valori dell’identita’, trasparenza, efficienza e sostenibilita’ dell’agricoltura e dire stop a inganni e speculazioni sui prezzi, soprattutto al lievitare (in media cinque volte) dei costi dei prodotti dal campo alla tavola. ”Un costo insostenibile per il Paese in un momento di difficolta’ economica – osserva Coldiretti – che gli agricoltori intendono ridurre con la fondazione di una filiera agricola tutta italiana capace di assicurare una giusta remunerazione ai produttori e alimenti di qualita’ al giusto prezzo per i consumatori”.
Un evento ed una parata di politici e ministri per il popolo di Coldiretti. Sul palco sono arrivati il sindaco Alemanno a dare il benvenuto, i ministri Scajola e Zaia e a chiudere i lavori il premier Berlusconi. E il premier ha lanciato la sua proposta e una ricetta anticrisi suggerita proprio dal mondo dell’agricoltura: “Forse un modo per uscire dalla crisi, e possiamo uscirne prima e meglio di altri Paesi, e’ avere fiducia e aggredire i mercati stranieri con i nostri prodotti di eccellenza. Questa e’ la strada”.
La realtà della gente, della fatica del lavoro, della riuscita dell’impegno contro i castelli di carta e le bolle economiche. E dal passato al futuro passando per le nuove frontiere dell’energia. Novita’ per l’agricoltura arivano proprio sul questo fronte importante e strategico. Le ha annunciate il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola intervenuto alla convention di Coldiretti. ”Contiamo con il collega Zaia – ha annunciato Scajola – di emanare entro l’estate, una volta esaurite le verifiche comunitarie, il decreto che identifica la filiera corta e consente di incentivare, a condizioni particolarmente vantaggiosa la produzione di energia elettrica da biomasse e agricole e forestali”. Il ministro ha aggiunto che ”ulteriori benefici saranno riconosciuti agli impianti a biomasse di potenza fino un megawatt, che piu’ contribuiscono alla creazione delle filiere agro-energetiche, utilizzando biomasse disponibili sul territorio”. E Coldiretti ha voluto riunire soci e delegazioni da tutta Italia per dare il via alla rete di 20.000 mercati degli agricoltori firmati ‘Campagna amica’ dove acquistare prodotti di allevamenti e coltivazioni italiane per combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola. La rete e’ composta di 2.000 farmers market, 1.000 consorzi agrari, 5.000 agriturismi, 2.000 cooperative, 10.000 aziende individuali che gia’effettuano vendita diretta. ”Si tratta di un progetto aperto a tutti – precisa il presidente Marini -: gdo, ristorazione e distribuzione che credono nel valore dei prodotti italiani”. Sulla grande distribuzione, Marini avvisa tuttavia che ”si tratta di un mondo poco abituato alla concorrenza e abituato a comprare i prodotti senza pagarli”. Sullo scenario di rafforzamento nel mondo cooperativo, Marini rende noto che ”delle 2000 cooperative, 1.500 sono gia’ socie Coldiretti, in quanto hanno fatto una delibera in consiglio di amministrazione, mentre le altre sono molto interessate al nostro progetto ma non hanno ancora aderito”.
Date e cifre annunciate con sicurezza che però lasciano dubbi e perplessità. A precise domande sulla realtà di questa duemila cooperative, sulla loro dislocacazione geografica, sulla diversa incidenza sul territorio nazionale (Nord, centro e Sud), sulle provenienze regionali Marini ha affastellato risposte generiche, poco dettagliate e poco convincenti. Ovvero che le cooperative di Coldiretti sono “soprattutto nel centro nord. Poi che sono in Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Sicilia, Lazio…”. Un elenco per dire che possono essere dovunque perchè in realtà non sono in nessun luogo. Poi il presidente ha aggiunto “che quelle di dimensioni maggiori si trovano nel centro Nord ma che in Umbria tutte le cooperative sono iscritte a Coldiretti, ma in questa regione sono di piccole dimensioni”. L’Umbria è infatti la regione di Marini, da lì viene e lì vorrebbe, evidentemente, avere il monopolio.
Una notizia che non è vera perchè in Umbria ci sono ben tre sigle (oltre a Coldiretti) che raggruppano le cooperative: Legacoop, Confcooperative e l’Associazione Generale Cooperative Italiane. Tre sedi funzionanti e decine di iscritti che raccontano tutta un’altra storia.
E sul palco è giunto anche il minsitro delle Politiche agricole Zaia. ”Mi considero l’amministratore delegato dell’unica multinazionale che conta, che e’ quella dei contadini”. Sulla crisi economica che ha riguardato i mercati globali, il ministro nota come ”abbia origini in quella parte del mondo economico finanziario estranea ai valori di fondo che animano invece l’agricoltura italiana, che ha numeri da primato: 4500 prodotti tipici, 178 tra prodotti Dop e Igp”. ”Noi siamo per il libero mercato, certo – nota Zaia – ma non in ordine sparso. Non e’ pensabile far competere i nostri prodotti, frutto di una sapienza produttiva di lunghissima tradizione, con produzioni che invece ignorano le piu’ elementari regole non solo di welfare ma anche di sicurezza alimentare”
di Natalia Encolpio