Il surriscaldamento ha ‘rimpicciolito’ le pecore selvatiche in Scozia
Il surriscaldamento globale, che ha abbreviato e reso più miti gli inverni, sta rimpiccolendo la taglia delle pecore selvatiche che vivono a Hirta, una sperduta isola scozzese. Lo rivela uno studio di un un’equipe di ricercatori britannici che ha risolto un mistero che tormentava da un paio d’anni gli scienziati.
Gli studiosi hanno infatti scoperto che la perdita di peso e il rimpicciolimento della taglia sono un esempio di come il clima possa contrastare la selezione naturale, che dovrebbe favorire un corpo più grande.
Gli scienziati dell’Imperial College di Londra hanno misurato e pesato per un quarto di secolo le pecore Soay, che vivono nell’isola dell’arcipelago St.Kilda. Anche se in termini generali si sa che la pecora più grande ha maggiori probabilità di sopravvivenza, le Soay di fatto si sono rimpicciolite negli ultimi venticinque anni. Questo rimpicciolimento contrasta con i fondamenti della teoria dell’evoluzione di Darwin, secondo cui nella storia soppravvivono i più forti della specie, e dimostra, secondo gli scienziati, che il riscaldamento globale sta influendo anche su questo aspetto della natura.
Lo studio, condotto da Tim Coulson e pubblicato sulla rivista «Science», ha osservato che gli inverni sull’isola sono diventati più corti e più miti e l’erba più abbondante; gli agnelli, dunque, non devono più ingrassare per sopravvivere e anche quelli più piccoli arrivano all’età adulta. «Nel passato sopravvivevano solo le pecore grandi, in salute, e gli agnelli che erano ingrassati nella prima estate potevano sopravvivere agli aspri inverni su Hirta. Ma ora, a causa del cambio climatico, l’erba si trova per tanti mesi all’anno, e le condizioni di sopravvivenza non sono più così proibitive.
Riescono a sopravvivere dunque anche le pecore di taglia più piccola che stanno diventando sempre più numerose.