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Berlusconi rilancia il nucleare: “E’ il futuro”

20 luglio 2009 0 commenti

silvio berlusconiBerlusconi rilancia l’energia nucleare, la ricetta giusta per pagare meno l’elettricità e per riuscire a rispettare gli obiettivi al 2020 fissati dall’Unione europea, il famoso 20-20-20. Per farlo, una decina di giorni dopo l’approvazione in Senato del disegno di legge sullo sviluppo che prevede il ritorno al nucleare, il premier ha scelto la platea del Forum Economico e Finanziario per il Mediterraneo, che ha affrontato oggi come prioritario proprio il tema dell’energia.

“Il problema dell’energia per l’Italia è un problema grande, noi siamo in ritardo. Fermi era italiano ma qualcuno ha imparato la lezione prima di noi”. Silvio Berlusconi ha ribadito così che nel futuro bisognerà recuperare il ‘gap’ sul nucleare. “”In Francia l’80% del fabbisogno energetico viene prodotto dalle centrali nucleari con il risultato che il costo è del 40% in meno. questo è il nostro futuro – ha spiegato il presidente del Consiglio – ma intanto dobbiamo diversificare l’approvvigionamento”. Il problema, secondo il presidente del consiglio, sono i tempi.

E di tempi ha parlato il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola: tra il 2018 e il 2019 l’Italia produrrà il primo chilovattore di energia nucleare. “Abbiamo preso un impegno in questa difficile scaletta – ha detto Scajola durante il Forum – ma che realizzeremo: al finire della legislatura, entro il 2013, porremo la prima pietra di una centrale nucleare che vorrà dire che produrremo il primo chilovattore tra il 2018 e il 2019. Il rientro dell’Italia nel nucleare – ha aggiunto il ministro – è un fatto storico dopo 22 anni dal referendum, condiviso dal parlamento con un ampia maggioranza per la necessità di avere energia certa a minor costo per i cittadini e per le imprese”.

Senza l’energia nucleare, come hanno sottolineato anche il presidente dell’Enel Piero Gnudi e l’amministratore delegato di Edison Umberto Quadrino, l’Italia farà fatica a raggiungere gli obiettivi energetici fissati dall’Unione europea per il 2020 .

Gnudi ha sottolineato che “la costruzione delle centrali nucleari è molto complessa e richiede due tipi di tempi. Da un lato quello della costruzione, mediamente 5 o 6 anni. Dall’altro quello delle autorizzazioni, più difficile da prevedere”. Insomma, anche il presidente di Enel pensa che si tratti di “un percorso lungo” al termine del quale si cercherà di “riavvicinare lo 0 dell’Italia all’80% della Francia”.

Quanto al numero uno di Foro Buonaparte, ha ribadito di condividere la necessità di diversificare le fonti, oltre a quella di ridurre le emissione per rispettare gli obiettivi europei. Per fare tutto ciò, ha aggiunto, è però essenziale il consenso di cui in questa fase il nucleare in Italia è tornato a godere e che ha permesso alla maggioranza di governo di far approvare un disegno di legge sullo sviluppo che ne consente la reintroduzione.