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Obama: “Città ecosostenibili per il nostro futuro”

21 luglio 2009 0 commenti

Barack ObamaNon solo sanità, energia e politica internazionale: fra gli impegni che stanno a cuore a Barack Obama c’è anche l’ambiente. Un argomento che va affrontato a tutto tondo, non solo partendo dalla riduzione delle emissioni inquinati, ma anche riqualificando le aree urbane e progettando lo sviluppo ecosostenibile degli insediamenti abitativi.
Ecco alcuni stralci del discorso che Obama ha tenuto a metà mese a una riunione ad hoc alla Casa Bianca, dedicata alla nuova politica di riqualificazione urbana americana”La crisi economica sta colpendo duramente le nostre città: per questo nei primi mesi della nuova amministrazione abbiamo messo in campo strategie per contrastare la crisi. Ma dobbiamo fare un passo in più: dobbiamo trovare il modo di ricostruirle su basi nuove e più solide per il nostro futuro. E questo richiede una focalizzazione sulle opportunità avanzate di una crescita sostenibile e competitiva.

Non è solo un momento di cambiamento per le città americane: è un momento di grande cambiamento. Negli ultimi anni abbiamo visto crescere i sobborghi a una velocità doppia rispetto alle aree urbane centrali, e questo crea nuove pressioni e problemi, ma dà anche nuove opportunità, perché nell’insieme diventano aree metropolitane. Città e sobborghi non possono risolvere separatamente i problemi: devono farlo insieme. Ciò non significa che gli investimenti vadano fatti a discapito dell’America rurale, tutt’altro. Ad esempio, investire nel trasporto di massa e nell’alta velocità, non solo rende più vivibili i nostri sobborghi: fa crescere la nostra economia. Le nostre comunità urbane e rurali non sono indipendenti, sono interdipendenti. Ecco perché abbiamo bisogno di una nuova visione forte e creativa di come questa crescita possa produrre opportunità.

Le nostre città hanno bisogno di un partner, che capisca che i vecchi approcci non funzionano. Dobbiamo guardare seriamente al modo in cui Washington aiuta o meno le città e le aree metropolitane – dalle infrastrutture ai trasporti, dalle abitazioni all’energia, dallo sviluppo sostenibile all’educazione -. E dobbiamo fare in modo che le politiche federali non ostacolino le buone idee e le buone messe in pratica realizzate a livello locale. Dobbiamo smeterla di buttare denaro in politiche che non funzionano e cominciare a investire in ciò che funziona.
Due esempi di investimenti di successo in strategie innovatice. La prima è ‘Promise Neighborhoods’ sul modello delle ‘Zone per bambini’ creato da Geoffrey Canada a Harlem: ciò che vogliamo fare è mettere in grado altre città di far partire gli interventi sul benessere delle comunità a un livello di quartiere.
Il secondo modello è quello del ‘Choise Neighborhoods’ , basato sull’idea che nelle nostre città comunità diverse hanno bisogno di soluzioni diverse. Così invece di interventi monolitici che finiscono per intrappolare i residenti in un ciclo di povertà e ulteriore isolamento, vogliamo investimenti che trasformino le comunità e aumentino le opportunità per i residenti.

Ma dobbiamo anche cambiare il modo in cui affrontiamo lo sviluppo metropolitano. Troppo a lungo le politiche federali di fatto hano incoraggiato la congestione del traffico e l’inquinamento piuttosto che il trasporto pubblico e lo sviluppo sostenibile. E abbiamo tenuto le comunità isolate, invece di averle unite. Questo significa fare in modo che case a prezzi a accessibili siano vicine ai posti di lavoro o ai mezzi di trasporto pubblico. Significa incoraggiare trasporti brevi, più economici e meno inquinanti.

E’ un buon punto di partenza, ma la verità è che Washington non può risolvere da sola tutti i problemi. E so che le nostre città non se lo aspettano: molte di esse hanno già creato i propri laboratori per il cambiamento, alcuni dei quali sono innovativi a livello mondiale.
Un esempio è Denver, per cui è previsto un milione di abitanti in più nei prossimi 15 anni: stanno progettando già da ora un sistema di trasporto pubblico per affrontare questo cambiamento, facendo in modo che abitazioni, uffici e nuovi negozia siano raggiungibili facilmente. Philadelphia è già un esempio di quello che viene chiamato ‘agricoltura urbana’ con la fornitura cibi freschi prodotti localmente, in grado di arrivare alla maggior parte degli abitanti, con un forte impatto non solo sull’encomia e sull’ambiente, ma anche sulla salute dei cittadini.
E ancora Kansas City, con il suo sistema di case e trasporti ‘verdi’. Tre città diverse con tre idee uniche di futuro.
Raccoglieremo altri esempi, altre idee, per mettere a punto quello che il governo deve o non deve fare per reinventare le aree metropolitane del 21esimo secolo.
So che il cambiamento è possibile: vengo da una città che sa come reinventare se stessa. Dopo un incendio completamente distruttivo, Chicago nel 19esimo secolo si è ricostruita più forte di prima. Nel secolo scorso ha guidato un mondo verso l’altro con vetro e acciaio. E in questo secolo ci aiuterà a trovare un modo di vivere più verde e sostenibile.
E’ lo stesso spirito con cui dobbiamo affrontare la nuova visione delle città d’America: una visione di un ambiente vivo e sostenibile, che dia ai nostri figli le possibilità di crescere e di imparare, che permetta ai nostri cittadini di avere successo, e faccia vivere al meglio i nostri anziani.”