Madagascar: la siccità aggrava l’emergenza alimentare
Una delle manifestazioni dei cambiamenti climatici, la siccità, fa pesantemente sentire i suoi effetti nel sud di Madagascar, dove in 20 anni il livello medio annuale delle precipitazioni è diminuito da 111 a 27,5 millilitri; la conseguenza di una stagione secca prolungata è l’insicurezza alimentare cronica che colpisce in particolare i bambini con meno di cinque anni di età. A sottolineare questi nessi e questi problemi è il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), secondo il quale – riferisce l’agenzia Misna – l’80% dei più piccoli è affetto da malnutrizione acuta, causata da una mancanza di cibo e da una dieta poco varia e povera di vitamine.
In una regione da sempre arida, è solo un ricordo l’epoca in cui c’erano due raccolti l’anno di patate e granturco e i contadini riuscivano a sfamare da soli le loro famiglie; l’Unicef parla di “stagioni della fame” durante le quali la malnutrizione ha effetti negativi a lungo termine sul livello di attenzione e concentrazione dei bimbi, rendendo più difficile il loro percorso scolastico.
Il Programma alimentare mondiale (Pam) è impegnato a distribuire bevande molto nutrienti per rispondere alle situazioni di emergenza, ma anche aiuti in riso, ceci e olio di palma “per evitare – sottolineano esperti locali – che la malnutrizione diventi uno stile di vita”.
Gli effetti dei cambiamenti climatici e l’elevato tasso di malnutrizione, che richiedono soluzioni concertate da parte del governo e l’aiuto della comunità internazionale, subiscono da mesi le conseguenze dirette del conflitto politico tra l’ex-presidente in esilio Marc Ravalomanana e l’ex-sindaco della capitale, attualmente al potere, Andry Rajoelina. Dopo un cambiamento al vertice dello stato bollato come incostituzionale, la comunità internazionale (Unione Africana, Comunità di sviluppo dell’Africa australe, Nazioni Unite e Unione Europea) ha sospeso gli aiuti destinati ai progetti di sviluppo. Su questo contesto nazionale difficile pesano anche gli effetti residui della crisi alimentare e della crisi economica mondiale