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Amianto: 4 mila morti ogni anno in Italia

2 ottobre 2009 0 commenti

amianto
Ogni anno in Italia 4.000 persone muiono per asbestosi, una patologia tumorale tipicamente causata dall’amianto. Il dato è stato fornito dall’Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e sicurezza del lavoro) durante la prima giornata della Conferenza Mondiale sull’Amianto in corso a Taormina.
Le morti sono destinate ad aumentare, e gli esperti prevedono tra il 2015-2018 un picco di vittime. L’amianto è infatti un killer silenzioso che produce malattie dopo più di 40 anni dall’inizio dell’esposizione. L’età media della diagnosi è intorno ai 68 anni. “Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica”, ha sottolineato il commissario straordinario dell’Ispesl Antonio Moccaldi. “Uno degli obiettivi principali della conferenza – ha spiegato Federica Paglietti, ricercatrice Ispesl _è quello di bandire l’amianto a livello internazionale per non creare discrepanze tra i paesi industrializzati e i paesi in via di sviluppo. Il nostro obiettivo è sollecitare interventi di bonifica e di prevenzione per la sicurezza e la salute dei lavoratori e degli ambienti di vita in quanto sono presenti in Italia più di 27 mila siti contaminati da amianto”. Tuttavia, secondo Paglietti, mentre a livello mondiale non tutti i Paesi hanno bandito l’amianto “l’Italia è leader sulla prevenzione, sulla normativa e sulla bonifica dei siti contaminati”.
Alla conferenza partecipano quattrocento persone in rappresentanza di 15 Paesi, oltre 25 relatori internazionali e rappresentanti di varie istituzioni internazionali. Nel mondo i morti sono circa 100mila ogni anno. Russia, Cina, Kazakistan, Brasile, Canada e Zimbawe sono i principali paesi produttori di amianto. Il Canada e l’America continuano a non vietarne l’utilizzo, mentre molte nazioni asiatiche esportano in grandi quantità manufatti contenenti questo materiale cancerogeno. Ed esclusivamente all’aria asiatica appartengono i Paesi con la maggiore percentuale di consumo di manufatti. Cina, India, Thailandia, Iran, Vietnam e Indonesia, che detengono il primato di zone ad alto rischio da esposizione. In Italia l’amianto è bandito questo cancerogeno già dal 1992 e sono già stati stanziati fondi per la decontaminazione. Il ministero dell’Ambiente ha destinato circa 50 milioni di euro per la bonifica di 9 siti di interesse nazionale e altri 8 milioni 934 mila euro per i primi urgenti interventi di bonifica. Ma i siti da bonificare sono 28 mila, e dunque la strada è ancora lunga.