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Gli affamati tornano sopra il miliardo. Non accadeva dal 1970

14 ottobre 2009 0 commenti

fao
La fame nel mondo continua ad aumentare a causa anche della crisi economica mondiale e oggi colpisce 1,02 miliardi di persone, cioè un sesto della popolazione mondiale. Lo ha reso noto oggi la Fao in un rapporto secondo il quale il numero di persone che soffrono la fame ha superato il miliardo per la prima volta dal 1970. “Nessun paese è stato risparmiato e oggi sono i paesi più poveri – e le popolazioni più indifese – che ne soffrono di più le conseguenze”, ha detto Jacques Diouf, direttore generale della Fao.”Nel picco storico di affamati, il livello più basso di aiuti”. Secondo il rapporto annuale della Fao ‘The State of Food Insecurity’, la maggior parte delle persone malnutrite sono nella regione Asia-Pacifico (642 milioni), seguite dall’Africa subsahariana (265 milioni), dall’America latina (53 milioni), Vicino Oriente e Nord Africa (42 milioni) e nei paesi sviluppati (15 milioni). Il rapporto è stato pubblicato in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre 2009. Il rapporto rileva una tendenza decennale: negli ultimi 10 anni, “anche prima dell’attuale crisi, il numero delle persone sottonutrite era aumentato, in modo lento ma costante”. Dopo i passi avanti “notevoli” degli anni ’80 ed degli inizi degli anni ’90, in larga misura grazie all’incremento degli investimenti in agricoltura seguiti alla crisi degli anni ’70. “Ma tra il 1995-97 ed il 2004-06, con il calo sostanziale degli aiuti pubblici allo sviluppo (Oda) destinati all’agricoltura, il numero dei sottonutriti è aumentato in tutte le regioni. Unica eccezione, America Latina e Caraibi, dove però ora la crisi economica ha cancellato i progressi fatti. Sedici paesi sono stati identificati dalla Fao come particolarmente vulnerabili a causa di crisi nazionali o regionali: si tratta di Somalia, Afghanistan, Etiopia, Iraq, Eritrea, Sudan, Haiti, Burundi, repubblica Democratica del Congo, Liberia, Angola, Mongolia, Corea del Nord, Uganda, Tagikistan e Georgia. “I leader mondiali hanno reagito con determinazione alla crisi economica e finanziaria e sono stati in grado di mobilitare miliardi di dollari in un lasso di tempo molto breve: la stessa azione decisa è adesso necessaria per combattere fame e povertà”, ha affermato il direttore generale della Fao Jacques Diouf. “Nel momento in cui il numero delle persone che soffrono la fame ha raggiunto un picco storico, vi è il più basso livello di aiuti alimentari mai registrato, ha dichiarato Josette Sheeran, direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale dell’Onu. Ad esempio, le 17 economie più importanti dell’America Latina nel 2007 hanno ricevuto 184 miliardi di dollari in entrate finanziarie, cifra che si è circa dimezzata nel 2008, con 89 miliardi di dollari, e si prevede diminuirà ulteriormente nel 2009, con 44 miliardi di dollari.
“L’ aumento della fame nel mondo _ denuncia la Coldiretti _ è avvenuto nonostante si sia verificato un drastico calo dei prezzi dei prodotti agricoli, con le quotazioni internazionali che sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel (0,37 dollari al chilo) del 2008 a poco piu’ di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo), perche’, per effetto della speculazione, i prezzi dei prodotti alimentari derivati (come pane e pasta) hanno continuato ad aumentare nei paesi ricchi ed in quelli poveri”. “Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola, che sono al minimo da venti anni per le principali materie prime come latte e cereali- prosegue la Coldiretti- rimangono alti i prezzi al consumo, che rendono ancora piu’ difficile la sopravvivenza del miliardo di affamati. Lo dimostra il fatto che l’andamento dei prezzi al consumo in 58 Paesi in via di sviluppo ha evidenziato che, nell’80 per cento dei casi, i prezzi sono piu’ alti dello scorso anno”. “L’emergenza alimentare- sostiene la Coldiretti- non si risolve con i prezzi bassi all’origine per i produttori, perche’ questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e, con la chiusura delle imprese, destrutturano il sistema, che, anche in condizioni positive, non e’ piu’ in grado di riprendersi. Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e- precisa Coldiretti- occorre investire nell’agricoltura delle diverse realta’ del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali, con la valorizzazione delle identita’ territoriali, per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero”. “Alle agricolture di tutto il mondo- conclude Coldiretti- devono essere garantiti credito e investimenti adeguati, se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente. Si devono applicare regole chiare, per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose; occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori, perche’ negare tutto cio’ e’ piu’ distorsivo di qualsiasi aiuto di stato”.