Legambiente: il 99% dei comuni delle Marche a rischio idrogeologico
Una regione sottoposta al rischio di frane e alluvioni: il 99% dei comuni delle Marche sono classificati a rischio idrogeologico e il fenomeno interessa tutte le cinque Provincie della Regione. Il 77% delle amministrazioni, che hanno risposto alle interviste di Legambiente, ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi e nelle aree a rischio frana, il 18% delle municipalità monitorate presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio mentre il 48% ha edificato in queste aree strutture e fabbricati industriali, con grave rischio non solo per l’incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Nel 9% dei casi presi in esame sono presenti, in zone esposte a pericolo, strutture sensibili, come scuole e ospedali e strutture ricettive turistiche, ad esempio alberghi o campeggi. Sono alcuni dei dati emersi dal check-up sottoposto ai Comuni marchigiani da ‘Ecosistema Rischio 2009′, l’indagine curata da Operazione Fiumi, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione organizzata da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile dedicata al rischio idrogeologico, realizzata nella tappa marchigiana in stretta collaborazione con la Regione Marche-Dipartimento Protezione Civile.
Così, nonostante l’83% delle amministrazioni monitorate preveda nei propri piani urbanistici vincoli di edificabilità per le zone a rischio, un abbondante 77% dei comuni presenta abitazioni in queste aree. E le delocalizzazioni procedono a rilento: solo nel 7% dei casi, infatti, sono state avviate iniziative di delocalizzazione di abitazioni dalle aree più a rischio e in appena l’1% dei Comuni si è provveduto a delocalizzare strutture industriali. È evidente, secondo Legambiente, che questi vincoli devono essere ulteriormente rafforzati. È una regione, le Marche, con un sistema di Protezione Civile efficiente ed avanzato che, sin dal terremoto del 1997, che colpì Marche ed Umbria, ha dimostrato tutta la sua capacità ed efficacia nell’intervenire. In questi anni, il sistema di Protezione Civile è maturato e migliorato fino a specializzarsi in stretta collaborazione con Legambiente anche nell’intervento della messa in sicurezza dei beni culturali, come ne è stata prova l’azione congiunta in occasione del terremoto in Abruzzo. Segnali positivi arrivano per quanto riguarda la pianificazione dell’emergenza e l’organizzazione della protezione civile locale. Un sostanzioso 86% dei Comuni, infatti, ha predisposto un piano d’emergenza con il quale fronteggiare situazioni di crisi come frane e alluvioni e il 51% delle municipalità ha aggiornato questo piano negli ultimi due anni. Buono anche il livello di organizzazione e di diffusione del sistema di protezione civile, con il 65% delle amministrazioni che hanno attivato una struttura di protezione civile attiva 24 ore su 24. Pesa sulla diffusa esposizione delle Marche al rischio idrogeologico, inoltre, una politica di informazione alla cittadinanza frammentaria e poco consistente