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Frattini: taglio del 30% solo se c’è accordo globale

7 dicembre 2009 0 commenti

franco-frattini
Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha ribadito, oggi a Bruxelles, la posizione dell’Italia
per la Conferenza di Copenaghen sul clima, sottolineando che la decisione europea di ridurre le emissioni di gas serra del 20% al 2020 potrà essere corretta al rialzo, fino al 30%, solo a condizione che vi sia un accordo “globale e vincolante per tutti”. La posizione ufficiale dell’Ue, non molto diversa, è che si passerà al 30% “a condizione che vi sia uno sforzo comparabile da parte degli altri paesi sviluppati”.

“Se c’è un accordo globale si puo’ passare al 30% (del taglio delle emissioni Ue,ndr), se no, no”, ha detto Frattini ai cronisti arrivando alla riunione del Consiglio Affari generali e Relazioni esterne dell’Ue, a cui partecipa insieme al ministero per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi.

Secondo Frattini, “siamo tutti nella stessa barca, ed è ovvio che dobbiamo far sì che l’accordo sia ambizioso, globale e vincolante per tutti. Non vogliamo una cosa che sia un accordo per alcuni, come Ue e Usa, e un suggerimento per altri”, ha concluso il ministro.

L’ipotesi di portare l’impegno Ue al 30% in base a una decisione politica a Copenaghen, senza attendere ulteriori ‘sforzi comparabili’ oltre alle offerte già messe sul tavolo dai paesi sviluppati è sostenuta dalle organizzazioni ecologiste e dal commissario Ue all’Ambiente Stavros Dimas (ma non dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso). La sostengono anche alcuni Stati membri: in particolare, secondo fonti diplomatiche, la Svezia, che esercita la presidenza di turno, l’Olanda e la Gran Bretagna (ma potrebbero essere favorevoli anche Danimarca, Germania, e Francia). I paesi che vi si oppongono con più evidenza sono l’Italia, la Polonia e altri paesi dell’Est. E proprio la Polonia ieri ha messo un masso di traverso sull’ipotesi di un accordo vincolante. La Polonia ritiene che la Conferenza di Copenaghen sul clima sia solo ”l’inizio di un percorso” che si concludera’ ”senza un accordo vincolante”. Lo ha detto il ministro polacco agli Affari europei Mikolaj Dowgielewicz, in margine al consigli esteri della Ue. Quando all’innalzamento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di C02 della Ue dal 20 al 30% entro il 2020, la Polonia ritiene che cio’ debba avvenire ”non sulla base di una decisione politica, ma sulla base di una valutazione di impatto, chiesta alla Commissione Ue
per il vertice di primavera”.