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Assediato il Bella Center: 250 arresti. Ma due attivisti riescono ad entrare nella plenaria

16 dicembre 2009 0 commenti

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A Copenaghen sale la pressione da parte dei manifestanti. La polizia usa la mano dura e si scatenano disordini. In mezzo ci finisce anche il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che resta bloccata un’ora all’entrata del Bella Center e viene letteralmente strattonata nella folla e senza alcuna assistenza. Il ministro ha annunciato una protesta formale. Nella sola mattinata la polizia danese, ha riferito la tv locale, ha effettuato circa 250 arresti nelle diverse manifestazioni svoltesi nei pressi del Bella Center. Ma dentro, tra i ministri e i delegati che devono mettere a punto un accordo per salvare il Pianeta da qui al 2050, la situazione non e’ migliore. Nelle riunioni, fin dalla notte, regna caos, incertezza e pessimismo. Nessuna nuova bozza di accordo al momento. Si tratta su argomenti separati.
Scontri polizia-manifestanti sono avvenuti proprio di fronte al Bella Center, la sede del vertice Onu sul clima. Fin dalla mattina gli ambientalisti si sono messi in marcia per arrivare al Bella Center. Gli agenti hanno cominciato le cariche quando alcuni dei manifestanti sono riusciti a superare le barriere che erano state collocate a protezione del centro dove si svolge la conferenza. Sia gli agenti che i manifestanti hanno fatto uso di bombolette con gas urticanti. Circa 230 gli arresti. Gli scontri sono avvenuti sotto una fitta nevicata e con una temperatura bassissima. Gli agenti si sono disposti su tre file, separate da automezzi (tra jeep e furgoni), e, alla fine dello schieramento, stazionano delle unita’ cinofile. Un operatore televisivo e’ stato ferito da una bottiglietta. Molti dei partecipanti al corteo – alcuni dei quali indossano costumi che rappresentano animali – continuano a protestare pacificamente. In prima fila, quindi a ridosso degli agenti, i ”white bloc”, che indossano tute bianche e hanno dei fiori infilati tra i capelli. La polizia ha preso il controllo della situazione intervenendo con durezza e usando i manganelli su alcuni gruppi di manifestanti. Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e’ rimasta bloccata un’ora tra la folla e presentera’ formale protesta. I senatori del Pd Roberto della Seta e Francesco Ferrante hanno denunciato la ”gestione poliziesca”.
Verso le 14 la polizia haavere preso il controllo della situazione, intervenendo con estrema durezza nei confronti dei piccoli gruppi di manifestanti che ancora non si sono allontanati e che cercano di raggiungere il Bella center attraverso i ponticelli che scavalcano il canale che corre intorno all’edificio. Una ventina di manifestanti sono stati circondati dagli agenti – che hanno chiuso il gruppo, con una azione a tenaglia – che stanno facendo uso massiccio di manganelli. Le urla dei manifestanti, colpiti e costretti e sdraiarsi a terra per essere ammanettati, si sentono a diverse decine di metri di distanza.
DUE ATTIVISTI RAGGIUNGONO LA PLENARIA
”Climate justice now! Climate justice now!”, hanno gridato oggi due attivisti di una ong entrati nella sala che ospita la riunione plenaria della conferenza sul clima Onu di Copenaghen. I due – un uomo e una donna – autori del fuori programma sono due militanti dell’organizzazione ‘Climate Justice Action’. Sono riusciti a entrare nella sala eludendo le misure di sicurezza, pur severe, data la presenza di capi di Stato e di governo, che gia’ da oggi stanno partecipando ai lavori. I due attivisti hanno ritmato gli slogan per qualche secondo. La platea, superato il primo stupore, in parte ha applaudito. Poi e’ intervenuta la sicurezza, portandoli via. Le coalizioni ‘Climate Justice Action’ e ‘Climate Justice Now’ avevano fatto sapere di voler fare oggi delle azioni all’interno e fuori la conferenza per ‘riprendere il potere’ sull’ambiente, e far sentire ”la voce di quelli che non sono mai ascoltati”, fornendo argomenti nuovi per l’agenda dei lavori.
UNA TRENTINA GLI ITALIANI FERMATI
Sarebbero una trentina gli italiani fermati stamattina dalla polizia danese durante le manifestazioni vicino al Bella Center di Copenaghen, dove è in corso il vertice mondiale sul clima. Sono ancora in corso le verifiche dei poliziotti e dei diplomatici italiani per accertare la nazionalità degli attivisti fermati. “E’ una situazione che va avanti dal 12 dicembre” racconta il romano Tiziano Trobia, della rete ‘See you in Copenhagen’. “La polizia danese effettua fermi di massa e trattiene i manifestanti 8-10 ore, prima di rilasciarli perché priva di qualsiasi elemento. E’ capitato anche a me”. Non sempre però va nello stesso modo: “Luca, un giovane ricercatore universitario impegnato nelle battaglie sulla questione climatica, è stato arrestato dentro un pub dopo un dibattito, nella notte fra lunedì e martedì nel quartiere di Christiania, ed è stato rinviato a processo: ci hanno detto che resterà in carcere fino al 10 gennaio perché accusato di aver partecipato ai disordini” riferisce l’attivista. “La situazione è paradossale, sappiamo di diversi italiani fermati anche oggi, tra i 25 e i 28″ conferma Chiara di Roma, “sono soprattutto torinesi e romani”. Al momento la polizia sta effettuando le registrazioni dei fermati, e non fornisce quindi ancora informazioni sulla nazionalità degli attivisti. Anche l’ambasciata italiana a Copenaghen non si sbilancia in attesa che siano completate le verifiche.