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Greenpeace e Wwf, trattativa al ribasso

16 dicembre 2009 0 commenti

Passano i giorni e anche gli ambientalisti perdono la speranza che si possa trovare un accordo e comunque che l’accordo possa essere buono. E indicano chiaramente le responsabilità. “La notte scorsa _ attacca Greenpeace _ il paese più ricco del mondo con il piu’ grande carico storico delle emissioni di gas a effetto serra, gli Stati Uniti, ha generato un notevole ritardo e la spirale al ribasso nei colloqui clima delle Nazioni Unite”. “Insistendo su importanti modifiche al testo negoziale in merito a un’azione cooperativa a lungo termine _ osserva _ gli Stati Uniti hanno ritardato il processo per circa 10 ore cruciali, quando qualche progresso avrebbe potuto essere fatto. Una situazione ridicola e inaccettabile per i milioni di persone in tutto il mondo che chiedono un accordo sul clima”.
E anche il Wwf inizia ad essere critico. ”Quando il mondo si voltera’ a guardare questa conferenza, potra’ trovarsi in una situazione di caos climatico o di una crisi appena avvertita. Allora potremo parlare della ‘cura’ o della ‘maledizione’ di Copenaghen”. Lo ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, presente al Summit. ”Le ultime sessioni hanno prodotto disaccordo mentre i negoziatori avrebbero dovuto andare piu’ a fondo dei vari temi chiave – ha detto la Midulla – quando le decisioni piu’ difficili approderanno ai livelli piu’ alti, c’e’ il pericolo che la questione si concludera’ con grandi proclami piuttosto che inserire termini stringenti per affrontare i cambiamenti climatici. La difesa degli interessi delle lobby economiche e l’intransigenza delle grandi potenze sono le principali responsabili della confusione che si e’ creata in queste ultime fasi di negoziato”. Il pianeta rischia un aumento della temperatura fino a 4 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali, sottolinea Midulla, secondo il quale ”le grandi nazioni possono anche snobbare le misure per un’azione efficace per il clima, ma non potranno ignorare i cambiamenti climatici. Negli ultimi sviluppi, tutte le sessioni notturne hanno fallito nel produrre una cornice finanziaria per assistere i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici e ridurre le proprie emissioni. Il dibattito sul rafforzamento dei target di riduzioni di emissioni di Co2 per i Paesi che storicamente sono i maggiori emettitori non e’ avanzato oltre le offerte assolutamente insufficienti fatte dai Paesi industrializzati gia’ prima di Copenaghen. I testi, nella maggior parte dei temi cruciali dei negoziati come la cooperazione tecnologica, l’adattamento e la tutela forestale, sono stati profondamente privati di ogni solidita’ nelle ultime 24 ore, riferisce il Wwf. Infine Midulla rivolge un appello al presidente americano Barack Obama ”perche’ assuma una leadership morale”, alla Cina perche’ guardi anche alle proprie emissioni e all’Europa perche’ sia piu’ audace.