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Il Wwf: leucemie e malformazioni, la centrale del Garigliano va smantellata

8 gennaio 2010 0 commenti

Vista aerea della centrale nucleare del Garigliano

Vista aerea della centrale nucleare del Garigliano


La centrale nucleare del Garigliano ha prodoitto e produce contaminazione da materiale radioattivo, “malformazioni e i piu’ elevati indici di leucemia d’Italia”. Lo denuncia il Wwf, alla vigilia del sit-in davanti alla centrale di Sessa Aurunca (Caserta) per dire ‘no’ al ritorno del nucleare. L’impianto venne costruito dalla Senn – Societa’ elettronucleare nazionale, che la cedette a Enel nel 1965. Chiusa nel 1982, nel 1999 e’ passata da Enel a Sogin. Gli ambientalisti ricordano in una nota che “la centrale in oggetto e’ di tipo ‘Reattore ad acqua bollente (Bwr)’ di 160 MegaWatt, un modello superato gia’ nel periodo di sua realizzazione”. I lavori per la realizzazione della centrale, rammenta l’associazione del Panda, iniziarono nel 1959 e finirono nel 1964 e “gia’ nel 1963 si verifico’ il primo di una lunga serie di incidenti e/o malfunzionamenti piu’ o meno gravi”.

A detta del Wwf, “gli incidenti di rilievo furono 18 fino al 1982, ma solo nel novembre del 1980 ci fu la prima segnalazione ufficiale ai comuni limitrofi delle Province di Caserta e Latina”. In quell’occasione venne denunciato un incidente dovuto alle infiltrazioni di acqua di falda nei sotterranei della centrale dove c’erano i contenitori di stoccaggio delle resine provenienti dal sistema di purificazione delle acque del reattore della centrale. L’incidente, continua il Wwf, “provoco’ la fuoriuscita di ingenti quantita’ di materiale radioattivo (in particolare Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60)”. Qualche giorno dopo l’incidente “si registro’ la morte di 25 bufale che avevano pascolato in aree sommerse dal fiume e la moria di grossi pesci lungo il tratto di mare dove sfocia il fiume Garigliano”. Il Wwf non ha dubbi: “Casi simili a questo sono innumerevoli”. Cosi’ come “sono innumerevoli i casi di malformazioni fetali di piante, animali ed esseri umani e di tumori ed altre patologie direttamente riconducibili all’inquinamento radioattivo, nella zona di Sessa Aurunca, Castelforte (Latina), Minturno (Latina) e gli altri comuni vicini”.

Il Wwf chiede quindi alla Sogin – l’ente proprietario dell’impianto e che dovrebbe occuparsi della sua dismissione – di “rendere
pubblici i dati attuali sulla presenza delle scorie radioattive stoccate presso la centrale, che fino a qualche anno fa, quando effettuammo la visita, erano ancora li'”. Inoltre si chiede di “procedere allo smantellamento della centrale non prima di aver attentamente ascoltato tutte le esigenze delle popolazioni locali che hanno il diritto di essere piu’ che sicuri che tale impresa sia esente da qualsiasi rischio per la salute dell’essere umano, di tutte le altre forme di vita li’ presenti e dell’ambiente”.