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La Prestigiacomo: inaccettabile la caccia “no limits”

27 gennaio 2010 0 commenti

Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo

Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo


“Inaccettabili”: così il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, definisce gli emendamenti sulla caccia all’articolo 38 della legge comunitaria 2009 approvati oggi in Commissione al Senato, che puntano ad estendere il periodo della caccia oltre gli attuali limiti massimi consentiti e che sono nel mirino delle associazioni ambientaliste.

“Gli emendamenti – spiega la Prestigiacomo – inseriscono un criterio di discrezionalità da parte delle amministrazioni locali nella fissazione dei calendari dell’attività venatoria. Una misura che può dal luogo ad interpretazioni estensive che sono inconciliabili con le esigenze di tutela del patrimonio faunistico e dell’equilibrio ambientale”. Inoltre le proposte sono in contrasto con le normative comunitarie e farebbero scattare “un ulteriore aggravamento delle procedure di infrazione già avviate nei confronti del nostro paese con il rischio di pesanti sanzioni”.

“Nell’anno mondiale della Biodiversità – conclude la responsabile del dicastero dell’Ambiente – sarebbe molto poco edificante per il nostro paese segnalarsi per un provvedimento che certamente non si muove nella direzione della tutela dell’ecosistema”.

Nettamente contrario all’emendamento anche il Partito Democratico. Stella Bianchi, della segreteria nazionale del Pd e responsabile Ambiente, commentando l’art. 38 della Comunitaria sottolinea che “in questo modo si aprirebbe a possibili deroghe da parte delle Regioni del periodo di caccia consentito, ora fissato dal primo settembre al 31 gennaio di ogni anno per rispettare le migrazioni degli uccelli e l’incolumita’ di chi passa periodi di ferie e riposo nelle aree verdi”. Si tratta, quindi, a giudizio della democratica, “un provvedimento grave che crea
confusione e incertezza e apre la strada a innumerevoli ricorsi”. Di più. Un provvedimento “che rientra in un attacco piu’ complessivo che la destra muove al quadro definito con la legge 157 del ’92 e al suo caposaldo che e’ la natura pubblica della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato”, denuncia Bianchi. Il Partito Democratico “afferma ancora una volta la sua contrarieta’ a un approccio di questo tipo- conclude la responsabile Ambiente del Pd-
e ribadisce la necessita’ che vi sia una sintonia forte tra la caccia, un corretto e sostenibile prelievo venatorio, l’azione di conservazione della fauna e del territorio, e che quindi vi siano intese condivise tra cacciatori, produttori agricoli e ambientalisti”.