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Smog, arriva il ‘no’ della Commissione Europea alle deroghe sul rispetto delle norme Ue

1 febbraio 2010 0 commenti
Smog in città

Smog in città

Bruxelles, 1 febbraio – La Commissione Europea ha respinto oggi le richieste dell’Italia di ottenere una proroga per conformarsi alla legislazione Ue sulla qualità dell’aria in 11 zone nelle regioni Campania, Puglia e Sicilia, concedendo una deroga solo per la ‘zona di risanamento’ del beneventano.

La decisione della Commissione riguarda esenzioni temporanee dagli standard di qualità dell’aria dell’Ue, che stabiliscono limiti precisi per la presenza di particelle sospese pericolose, il cosiddetto Pm10, emesso principalmente dall’industria, dal traffico e dal riscaldamento domestico. Il Pm10 può causare asma, problemi cardiovascolari, cancro ai polmoni e morte prematura. La direttiva Ue fissa due valori limite vincolanti: uno basato sulla concentrazione media giornaliera (50 microgrammi al metro cubo, valore che non deve essere superato per più di 35 volte in un anno civile) e uno fondato sulla media annua (40 microgrammi al metro cubo). Entrambi sono entrati in vigore il primo gennaio 2005.

Nelle 11 aree per cui è stata respinta la richiesta dell’Italia, la Commissione ritiene che le condizioni previste dalla normativa Ue per poter ottenere la proroga non siano soddisfatte. In molti casi ciò è dovuto agli scarsi dati forniti o al fatto che le misure delineate nei piani per la qualità dell’aria trasmessi a Bruxelles non dimostrano che le norme saranno soddisfatte al termine della deroga temporale.

Dalla valutazione della Commissione emerge anche che in alcuni casi non saranno necessarie deroghe visto che i valori limite sono già stati rispettati, come è avvenuto in cinque delle dodici zone notificate (una in Campania, nell’area di Napoli e Caserta, tre in Puglia e una in Sicilia, nell’area di Catania).

Il commissario all’ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato in una nota che “l’inquinamento atmosferico ha gravi ripercussioni sulla salute umana e il rispetto delle norme deve essere la nostra priorità. La direttiva Ue sulla qualità dell’aria del 2008 – ha ricordato il commissario – riconosce le difficoltà che alcuni Stati membri hanno incontrato per conformarsi agli standard sul Pm10 entro la data fissata inizialmente, cioè il 2005, e prevede pertanto la possibilità di allungare provvisoriamente i tempi. La Commissione si aspetta tuttavia – ha sottolineato Dimas – che gli Stati membri dimostrino in maniera evidente che stanno facendo il possibile per conformarsi al più presto alle norme dell’Ue”.

In una precedente decisione del 28 settembre 2009 relativa alla prima notifica dell’Italia, la Commissione aveva approvato una proroga per il Pm10 in 5 zone, sollevando obiezioni per le rimanenti 62 zone segnalate. Con la decisione di oggi sulla seconda richiesta di proroga dell’Italia, la Commissione si è espressa su tutte le zone nelle quali, nel 2007, venivano superati i valori limite del Pm10. Quando la Commissione solleva obiezioni alle richieste di proroga presentate dagli Stati membri, questi possono presentare altre richieste se forniscono nuove informazioni che dimostrino il rispetto delle condizioni necessarie.