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Milleproroghe, salta il condono edilizio. Esultano gli ambientalisti

2 febbraio 2010 0 commenti

Stop all’ennesimo condono edilizio e alle norme integrative per il ‘piano casa’. Le misure, che erano state proposte come emendamenti al dl Milleproroghe, la prima dal Pdl e la seconda dal relatore Lucio Malan (Pdl), saranno dichiarate inammissibili perché riguardano questioni “non omogenee alla materia e prive dei requisiti di necessità e urgenza”. L’ha annunciato il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini (Pdl).

Vizzini ha spiegato che sono stati ritenuti «inammissibili oltre 300 emendamenti dei circa 650 presentati» e questo «nel rispetto delle direttive rigorosissime date dal presidente del senato. Abbiamo dichiarato inammissibili emendamenti che riguardavano questioni politiche, come il piano casa e il condono edilizio. Sono questioni che possono avere una rilevanza e i gruppi parlamentati dovranno affrontarle ma con altri provvedimenti». Il presidente della commissione affari costituzionali di palazzo madama ha anche rilevato che la decisione di tante inammissibilità è giunta anche per evitare «la trasformazione di un decreto legge in una sorta di omnibus con ingresso libero». Per quanto riguarda i tempi, Vizzini ha aggiunto di essere in attesa che la commissione bilancio dia i relativi pareri sui profili di copertura degli emendamenti. «Speriamo di avviare domani in notturna le sedute che porteranno all’approvazione entro la fine della settimana, in modo da trasmettere il decreto in aula per la settimana prossima. Ovviamente – ha concluso – il termine per la presentazione degli emendamenti per l’aula è stato prorogato».
abusivismo

“Grazie all’opposizione del Pd e alle divisioni nella stessa maggioranza, la commissione Affari costituzionali del Senato _ commenta Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente _ ha respinto al mittente gli emendamenti avrebbero aperto la strada a un nuovo, generalizzato condono edilizio, dopo gli ultimi due varati nel ’94 e nel 2003 entrambi da governi Berlusconi”. “Questo tentativo, per ora scongiurato, di esporre il territorio italiano a un’ennesima ondata di cementificazione illegale- prosegue Della Seta- conferma la tendenza di governo e maggioranza a sacrificare le ragioni della tutela ambientale e della sicurezza dei cittadini in nome di interessi speculativi, che nel caso dell’abusivismo edilizio sono spesso pericolosamente contigui agli affari delle mafie”.

(a.f.)