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Prestigiacomo: sul clima si rischia nuovo fallimento

6 febbraio 2010 0 commenti

Il cammino del dopo Copenaghen verso Citta’ del Messico “e’ irto di ostacoli” e “vi sono molti rischi” che la ricerca di un accordo globale sul tema dei mutamenti climatici ”porti ad un nuovo fallimento”. E’ quanto ritiene il ministro dell’Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo, in India per partecipare al decimo Vertice di New Delhi sullo sviluppo sostenibile. Organizzato dall’Istituto per l’energia e la ricerca (Teri), l’incontro e’ stato inaugurato ieri dal premier indiano Manmohan Singh alla presenza di vari capi di Stato e di governo, di ministri di decine di paesi e anche del ‘gotha’ della ricerca internazionale in materia ambientale.

A margine del summit, il ministro italiano laa incontrato due suoi colleghi indiani, delle Energie rinnovabili e dell’Ambiente, Farooq Abdullah e Jairam Ramesh con cui, ha detto, ”abbiamo affrontato il problema della lotta ai mutamenti climatici nell’ottica di progetti di cooperazione tecnologica ed industriale, simili a quelli da noi avviati con la Cina”. Riguardo all’iniziativa in corso nella capitale indiana, la Prestigiacomo ha osservato che ”questo appuntamento e’ di quelli che contano perche’ e’ il primo di questo livello dopo Copenaghen dove si fa un bilancio ragionato e lontano dai tatticismi di quanto successo in Danimarca”. ”Per ora – ha ancora detto – ho registrato il fatto positivo di un approccio molto concreto e realistico in un dibattito in cui si e’ perfettamente consapevoli che per non ripetere un fallimento in Messico bisogna prima di tutto non caricare di eccessivo significato questo secondo appuntamento, evitando per esempio il coinvolgimento dei capi di Stato”. Inoltre, pur se l’Accordo di Copenaghen resta un punto di partenza, si deve tenere presente che ”gli Stati Uniti difficilmente riusciranno a prendere una posizione diversa da quella assunta nel vertice di dicembre”.

Stefania Prestigiacomo

Stefania Prestigiacomo

Per cui l’idea del ministro e’ che ”forse si dovrebbe trovare un modo per sparigliare l’impostazione del doppio binario (Accordo di Copenaghen o Accordo quadro Unfccc)” – ”molti di noi lo hanno definito ‘un mostro a tre teste’ e che difficilmente approdera’ mai ad un unica intesa globale che era poi invece quello che volevamo”. Prestigiacomo e’ convinta che il rimescolamento delle carte e’ necessario perche’ ”un accordo legalmente vincolante a livello internazionale che metta dentro tutti e’ molto difficile”, mentre forse ”bisognerebbe concentrarsi su intese settoriali”. Per quanto riguarda l’Italia, ha concluso, ”ci sembra che il vero obiettivo sia la riduzione delle emissioni, mentre un accordo come quello di Copenaghen puo’ essere utilizzato come strumento. Insisteremo sulla cooperazione settoriale basata sullo scambio di tecnologie, su cui c’e’ un fortissimo interesse, come dimostrato anche qui dai nostri interlocutori indiani”.