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Clima, l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi è ottimista: “L’Italia rispetterà il trattato di Kyoto”

15 febbraio 2010 0 commenti

Inquinamento, gas serraSi accende il dibattito sul raggiungimento da parte dell’Italia degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Arriva in questi giorni una dichiarazione decisamente ottimista di Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente e oggi presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. In sintesi: l’Italia può rispettare gli obiettivi di Kyoto da qui al 2012 in fatto di riduzione di emissioni di anidride carbonica.

“Raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 posti all’Italia dal Protocollo di Kyoto non è più una missione impossibile. Nel 2012, infatti, si riuscirà a ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto al 1990, come previsto dall’accordo internazionale, e, forse, anche di più”. È quanto afferma Ronchi, che nel 1997, come ministro dell’Ambiente, firmò quel trattato sul clima. Tre, per Ronchi, i fattori che permetteranno di centrare l’obiettivo: la crisi economica, lo sviluppo delle rinnovabili, l’aumento dell’efficienza energetica.

“L’Italia – osserva Ronchi, che ha reso note le sue proiezioni in occasione del quinto anniversario, dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005) – ha l’obbligo di ridurre le proprie emissioni di gas di serra del 6,5%, rispetto a quelle del 1990, come media delle emissioni del 2008-2012. Su questo obiettivo in Italia si è scatenata, per anni, una forte polemica che spesso mi ha chiamato in causa direttamente, in quanto Ministro dell’Ambiente che negoziò e sottoscrisse quel Trattato: si scrisse che quell’obiettivo era impossibile, che l’Italia non l’avrebbe mai raggiunto perché era troppo avanzato. Ora i dati ci confermano che non si trattava di una missione impossibile”.

Secondo lo studio elaborato da Ronchi le emissioni di gas serra sono cominciate a calare in Italia già dal 2005, ben prima della crisi, dopo che è entrato in vigore il Protocollo di Kyoto e che sono state prese alcune misure. Dal 2005 al 2008, le emissioni sono calate di ben 35 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Nel 2009, per effetto congiunto della crisi (prevalente), dell’aumento della quota di energie rinnovabili (+9,3% nel 2009) e di un miglioramento dell’efficienza energetica (si riduce il kilowattora per unità di Pil anche nel 2009) c’è stato un forte calo delle emissioni di CO2: pari a 36,3 milioni di tonnellate in un solo anno e, a fine anno, le emissioni erano scese del 3% rispetto al 1990: vale a dire che nel 2009 sono state emesse 502,3 Mton CO2 eq.

 

Per arrivare all’obiettivo previsto dal Protocollo (483,3 MtonCO2 eq.) manca una riduzione di 19 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. “Nei prossimi tre anni – dice Ronchi – anche solo con una riduzione media come quella in atto prima della crisi, si arriverà tranquillamente a centrare l’obiettivo. Anzi, molto probabilmente, anche senza conteggiare i meccanismi flessibili, la riduzione delle emissioni sarà ancor maggiore del 6,5% richiesto”.

Anche l’obiettivo per il 2020, vedendo le tendenze in atto, secondo Ronchi è a portata di mano per l’Italia “a meno che non si interrompano le misure di incentivazione delle rinnovabili e quelle di sviluppo dell’efficienza energetica”.

 

Circa un mese fa però si era espressa in maniera opposta l’ Agenzia Internazionale dell’Energia.

 “Le tendenze attuali indicano che l’Italia non raggiungerà l’obiettivo del protocollo di Kyoto”. Era stato il giudizio impietoso nei confronti del nostro paese offerto dal ‘Rapporto Aie 2009 sulla Politica energetica italiana’ dell’Agenzia internazionale dell’energia, presentato al ministero dello Sviluppo economico dal direttore esecutivo dell’agenzia, Nobuo Tanaka.

In base agli obblighi-Kyoto e alla condivisione degli oneri Ue, l’Italia dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto all’anno base (1990) nel primo periodo di azione (2008-2012). L’obiettivo del protocollo di Kyoto è pari a 483,3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 equivalente, da tagliare.

In base agli ultimi dati disponibili (Apat 2007), però, stigmatizza l’Aie nel suo rapporto, “l’Italia registrerà emissioni superiori del 12-13% rispetto a questo obiettivo, ed è quindi necessario adottare un rigoroso piano d’azione per rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto entro il termine del primo periodo di azione”. Ma, “nonostante sia stata prevista l’attuazione di ulteriori politiche e misure in questo senso, le tendenze attuali indicano che l’Italia non raggiungerà questo obiettivo”.