Home » Redazione Ecquo » Industria, Inquinamento »

E’ scontro sulla raffineria Api di Falconara

21 febbraio 2010 0 commenti

Oltre sette tonnellate al giorno di emissioni inquinanti liberate nell’aria dalla Raffineria Api di Falconara nel corso del 2008, con una tonnellata in piu’ di biossido di zolfo al giorno rispetto al 2007. Sono i dati resi noti da Legambiente in un incontro a Falconara Marittima, che rilancia l’allarme sull’inquinamento prodotto dai siti industriali, anticipando il dossier sulla raffineria nell’ambito dell’iniziativa nazionale ‘Mal’aria industriale’, che sara’ presentata a Roma il 2 marzo prossimo. ”Cio’ che preoccupa – ha rilevato Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche – e’ l’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, con il picco di 1.199 tonnellate di biossido di zolfo emesse nel 2008 (dati Arpam), rispetto alle 812 del 2007. Cio’ e’ derivato da un maggior utilizzo dei piu’ economici combustibili ad alto tenore di zolfo (10.559 tonnellate nel 2008 contro le 6.522 dell’anno precedente), contro quelli piu’ cari a basso tenore di zolfo (53.410 tonnellate nel 2007 e zero nel 2008)”. In totale la Raffineria Api ha disperso nell’aria nel 2008 1.373 tonnellate di biossido di zolfo, 895 di ossido di azoto, 340 tonnellate di monossido di carbonio e 28 tonnellate di polveri. ”Va rilevato tuttavia – ha dichiarato Quarchioni – che tali emissioni, frutto dei dati combinati dell’Arpam e dell’Api, rientrano nei parametri di legge previsti per i siti industriali, ma ci preoccupano le ricadute nell’aria rilevate dalle centraline in merito alle polveri sottili”.

La raffineria di Falconara in una immagine satellitare (Google Maps)

La raffineria di Falconara in una immagine satellitare (Google Maps)

”In particolare – ha evidenziato Enea Neri, presidente del Circolo Legambiente Martin Pescatore di Falconara – la centralina Arpam situata nella Scuola di Villanova, a un piano di altezza dal tracciato stradale, dall’inizio del 2010 ad oggi ha sforato i limiti di legge riguardanti le Pm10 di ben 31 volte”. ”Chiediamo percio’ alla Regione Marche al Comune e alla Provincia – hanno detto gli esponenti di Legambiente – di tener alta la guardia su quest’area, dichiarata ad alto rischio ambientale, non modificando il Piano energetico ambientale regionale (Pear) e non consentendo l’ampliamento del sito con la costruzione di due impianti di generazione di energia elettrica”. Un invito affinche’ l’Api vigili sulla sicurezza dell’impianto, non adibendo ad altre mansioni i dipendenti preposti a questo compito per risparmiare sui costi, e’ venuto dal presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. ”Abbiamo due problemi – ha dichiarato – l’inquinamento e la disoccupazione, a cui non possiamo rispondere applicando vecchi schemi, ma programmando insieme ai soggetti coinvolti: azienda, sindacati e istituzioni, un progetto a lungo termine di bonifica del sito, che, poiche’ le fonti energetiche fossili sono in esaurimento, dovra’ prima o poi cessare la propria attivita’. Nel frattempo chiediamo all’Api d’investire nelle migliori tecnologie per ridurre impatti ed emissioni dannose per l’ambiente, comprendendo la responsabilita’ sociale e morale della propria attivita”’.

REPLICA DELL’API: LA QUALITA DELL’ARIA E’ MIGLIORATA
”E’ sempre facile e scontato sparare al bersaglio grosso con la convinzione che alcune pallini inevitabilmente lo colpiranno. Un esercizio facile che non solo trascura tante altre realta’ ma soprattutto non racconta la verita”’. Api raffineria risponde cosi’ al dossier persentato oggi da Legambiente, in anticipazione di ”Mal’aria industriale’. L’azienda replica con ”alcuni dati di fonte istituzionale che mostrano una fotografia dell’ambiente molto diversa da quella rappresentata. La qualita’ dell’aria di Falconara e’ molto migliorata negli ultimi anni – sostiene una nota -, non facendo riscontrare criticita’ di alcun tipo. Ne sono dimostrazione i risultati dei monitoraggi delle centraline della Provincia di Ancona che non hanno fatto registrare superamenti degli indici della qualita’ dell’aria”. ”Per quanto riguarda l’SO2 (ossidi di zolfo) che costituisce in termini quantitativi, l’inquinante principale del sito Api – prosegue la nota – i risultati delle rilevazioni effettuate dalle centraline di monitoraggio della rete provinciale di qualita’ dell’aria documentati in una relazione dell’Arpam (rapporto annuale) mostrano: valori medi annui molto bassi in tutte le centraline della provincia (inferiore a 10 micro grammi/metro cubo), ben inferiori al valore limite annuale per la protezione degli ecosistemi (20 micro grammi/metro cubo); in merito all’SO2, la relazione Arpam riporta le seguenti conclusioni: ‘l’analisi dei dati consente di affermare che nelle aree urbane il parametro di biossido di zolfo non rappresenta una criticita'; anche nelle stazioni del territorio di Falconara di controllo della raffineria non si registrano superamenti del VL orario di 350 micro grammi/metro cubo. Inoltre i valori medi annuali registrati in tutte le stazioni risultano inferiori al VL per la protezione degli ecosistemi”. La nota rileva che ”la raffineria di Falconara, grazie agli ingenti investimenti (10 milioni di euro all’anno negli ultimi anni) per ambiente e sicurezza e’ il sito industriale di questo tipo che emette meno SO2 in Italia”. E per il biossido di azoto (NO2), ”lo stesso rapporto Arpam conclude che ‘l’inquinante presenta valori molto elevati nelle zone da traffico mentre nelle zone di carattere industriale e di fondo le concentrazioni risultano inferiori al VL annuale”. Infine, secondo la direzione della raffinaeria ”va corretto un errore di fondo: la riorganizzazione delle metodologie di sicurezza non prevede affatto la riduzione degli investimenti, tanto meno riduzioni degli addetti alla gestione della sicurezza”.