Frane, Bertolaso a Catanzaro: “In Calabria si è costruito su piedi di argilla”
E’ stato duro, Guido Bertolaso, appena arrivato in un sopralluogo sulla frana nel quartiere Ianò, a Catanzaro, dove il dissesto del terreno è impressionante: milioni di metri cubi di terra sono stati spostati e il fronte franoso è lungo 600 metri e largo 200. “Bisogna evitare di creare illusioni, perché non bastano i soldi per mettere in sicurezza il territorio – ha detto il capo della Protezione Civile – La colpa di quello che è accaduto non è della pioggia, ma del fatto che sono state realizzate costruzioni su zone franose. In pratica, si è costruito su piedi d’argilla”. Come già annunciato qualche ora fa a Cosenza, Bertolaso ha poi garantito l’invio dei fondi per cominciare a risanare il dissesto nei comuni calabresi. “Si tratta di fondi – ha detto – che permetteranno ai sindaci di pagare i primi interventi urgenti, quelli realizzati l’anno scorso e quelli di quest’anno”.
LEGAMBIENTE: “IL 70% DEI COMUNI ITALIANI E’ AD ALTRO RISCHIO”
In Italia il territorio è quasi totalmente a rischio idrogeologico: ben 5581 comuni, pari al 70% del totale, sono a potenziale rischio elevato. Il 100% del territorio di Calabria, Umbria e Valle d’Aosta è in questa situazione, mentre nelle Marche riguarda il 99 e in Toscana il 98%. I dati sono quelli del rapporto Ambiente Italia 2010 presentato oggi da Legambiente a Roma. L’eccessiva antropizzazione delle aree di esondazione naturale dei corsi d’acqua e dei versanti franosi e instabili rappresenta un rischio ulteriore.
Nello specifico, le regioni con le più alte percentuali di comuni con abitazioni in zone a rischio sono la Sicilia (93%) e la Toscana (91%). In Sardegna c’è la maggior percentuale di comuni con interi quartieri costruiti in zone a rischio, mentre in Sicilia e Toscana si segnala anche il più elevato numero di comuni con insediamenti industriali e produttivi in aree esposte a rischio idrogeologico.
“La sfida – si legge nel rapporto – consiste nell’adeguare le politiche regionali per la tutela e la prevenzione del rischio adeguando le mappe, pianificando la lotta agli illeciti ambientali e demolendo gli immobili abusivi, delocalizzando rapidamente i beni attualmente esposti al pericolo di frane e alluvioni”.
L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE CALABRESE, SILVIO GRECO: “A MAIERATO C’ERA UN’ANTICA CAVA”
“Oggi c’è stata un’ulteriore caduta della frana, per almeno 70 metri. Abbiamo scoperto che sotto il fronte della frana c’era un’antica cava e che negli anfratti ci si rifugiava, nel periodo della guerra, per sfuggire agli attacchi aerei. Sono tutte concause della frana”. A dirlo è l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, oggi pomeriggio a Lamezia Terme (CZ), a margine dell’incontro tenuto dal Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, con le autorità calabresi e i sindaci dei comuni colpiti da dissesto idrogeologico. “Adesso ci preoccupa il fatto che a centocinquanta metri dal fronte della frana c’è il cimitero del paese. E poi c’è nella zona una conduttura del gas. Comunque la frana sembra si stia stabilizzando”, ha detto ancora Greco.
IL GOVERNATORE DELLA SICILIA, RAFFAELE LOMBARDO: “OCCORRE MAGGIORE RISPETTO DEL TERRITORIO”
“La ricognizione aerea dei comuni di San Fratello e Tortorici si è rivelata preziosa per analizzare le proporzioni delle frane che hanno investito i due centri” lo ha affermato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, al termine del vertice con il Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, tenutosi nel pomeriggio a Giampilieri.
Alla riunione hanno preso parte anche il direttore del dipartimento della Protezione Civile Regione, Pietro Lo Monaco, il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca ed alcuni amministratori locali.
“Servirà circa un mese – ha proseguito Lombardo – per capire quali edifici di San Fratello potranno essere salvati. Non c’è dubbio che occorre pensare alla ricostruzione di decine di abitazioni da realizzare, certamente, in un’area idonea e a prova di frana nello stesso comune di San Fratello”.
“A Tortorici – ha continuato Lombardo – abbiamo riscontrato numerose frane, in zone di campagna, che devono essere oggetto di una azione di monitoraggio e di prevenzione per evitare ulteriori danni, così come in tante altre zone del messinese che vengono attualmente monitorate”. Il presidente si è poi soffermato sulla situazione di Giampilieri. “Qui è stato fatto tanto. Siamo ormai nella fase della messa in sicurezza. Molte delle case investite dalla frana di ottobre non sono più agibili ma sono state individuate le aree dove costruire le nuove abitazioni”. Infine il punto sui fondi necessari.
“Nel corso del vertice abbiamo parlato di risorse, ne occorrono parecchie. La Regione farà la propria parte ma certamente serve anche un finanziamento congruo da parte del governo centrale che fino ad oggi ha investito solo 40 mln di euro, a fronte di una stima di gran lunga superiore”. “Ci vorrà – ha concluso Lombardo – particolare attenzione nelle edificazioni e maggiore rispetto per un territorio vulnerabilissimo che, forse, fino ad oggi non abbiamo avuto”.
(AGI)