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Ambiente, perdita da una ex raffineria: petrolio nel fiume Lambro

23 febbraio 2010 0 commenti

Il petrolio nel fiume Lambro. Le prime operazioni di bonifica

Un disastro serio, le cui proporzioni non possono essere al momento valutate, ma il cui impatto con l’ambiente ha gia’ provocato conseguenze visibili: per esempio anatre e germani morti nel fiume Lambro al confine con Milano. E in piu’ quella che appare al momento una certezza: il dolo. E’ questa, in sintesi, la lettura dello sversamento di migliaia di metri cubi di gasolio e petrolio combustibile che si e’ verificato questa mattina nei depositi della raffineria Lombarda Petroli di Villasanta vicino a Monza. ”Un grave disastro ambientale, conseguenza di un atto criminale ma anche di colpevoli trascuratezze da parte dell’ azienda”: queste le parole del presidente della Provincia, Dario Allevi e dell’assessore regionale all’Ambiente, Massimo Ponzoni.
Secondo i primi accertamenti della polizia provinciale, non c’e’ alcun dubbio che la fuoriuscita degli idrocarburi da tre serbatoi sia stata dolosa. Ma e’ anche certo che l’azienda non ha collaborato opponendo anzi, almeno nelle prime fasi dopo la scoperta del disastro, una certa resistenza all’accertamento dei fatti, cosa che ha ritardato i primi interventi. Sono state, quasi sicuramente, persone che sapevano come operare sui macchinari, che hanno aperto le valvole da cui hanno cominciato a uscire tonnellate di gasolio e oli combustibili; la fuoriuscita e’ iniziata intorno alle 4 della mattina e gli idrocarburi hanno iniziato a defluire nei condotti fognari che passano sotto i depositi.

Alle 7,30 i tecnici del depuratore di Monza hanno notato che dalle fogne arrivava all’impianto una grande quantita’ di olio combustibile. Risaliti all’origine hanno avvertito la Protezione civile e si sono recati immediatamente alla ex raffineria, ora adibita a deposito; secondo una prima ricostruzione, i dipendenti pero’ non li hanno lasciati entrare dicendo cha stavano provvedendo ad arginare la perdita e hanno mantenuto lo stesso atteggiamento fino all’arrivo dei carabinieri e poi dei vigili del fuoco e delle altre forze dell’ordine interessate dalla natura del disastro: polizia provinciale, Corpo forestale dello Stato e Guardia di Finanza. Nel frattempo la marea nera aveva invaso il depuratore di Monza e si era riversata nel fiume Lambro.
Una macchia nera e oleosa, lunga chilometri, che ha attraversato i comuni a sud di Monza per poi devastare il Parco Lambro di
Milano, dove alcune anatre e germani reali sono stati ripescati letteralmente ricoperti di bitume o morti, per continuare la sua corsa attraverso la provincia di Lodi dirigendosi verso Cremona e il Po. In Prefettura a Milano e’ stata istituita un’unita’ di crisi che si e’ messa in contatto con l’autorita’ di bacino per coordinare gli interventi.

Intanto a Monza, intorno alle 11,30 la fuoriuscita di idrocarburi dai serbatoi e’ stata bloccata e contemporaneamente e’ stata arginata anche la perdita degli oli dal depuratore, convogliandoli tutti in un’unica grande vasca. Sono quindi iniziate le stime dei danni: le valutazioni sulla quantita’ di idrocarburi sversati, dapprima indicata sui 15 mila metri cubi, e’ stata subito ridimensionata dall’azienda, che ha parlato di 2.500 metri cubi. Un dato troppo discorde con le prime valutazioni dei tecnici. Con ogni probabilita’ la quantita’ effettiva potrebbe essere tra i 5mila e i 7mila metri cubi e qui i tecnici della Protezione civile regionale hanno riscontrato un’anomalia. Esattamente un anno fa la Lombarda Petroli aveva fatto domanda per uscire dall’elenco delle aziende a rischio soggette alla cosiddetta normativa Seveso, che vincola gli impianti a particolari norme di manutenzione e sicurezza. Ma per far questo aveva dovuto dichiarare che la quantita’ di materiale stoccata non era superiore ai 2.500 metri cubi; a quanto pare molto meno di quanto effettivamente fosse. L’area della Lombarda Petroli e’ destinata a un progetto di riqualificazione e lottizzazione, in parte gia’ avviato sui terreni dell’ex raffineria. Anche l’attivita’ di deposito avrebbe dovuto cessare l’attivita’ a breve per essere poi sottoposta a bonifica.

Una bonifica che ora dovra’ essere ben piu’ ‘pesante’ di quella originariamente prevista; e questo potrebbe gettare una luce nuova sui possibili moventi, tra cui non e’ esclusa una qualche forma di vendetta. Intanto resta la considerazione di Legambiente su quanto accaduto: ”Un disastro ambientale senza precedenti per l’ecosistema del fiume Lambro che ne paghera’ a lungo le conseguenze”.

‘LEGAMBIENTE: DISASTRO SENZA PRECEDENTI

Un disastro ambientale senza precedenti per l’ecosistema del fiume Lambro che ne paghera’ a lungo le conseguenze”. Questo il commento dei volontari di Legambiente che per tutto il giorno hanno monitorato uno dei principali corsi d’acqua lombardi dopo la fuoriuscita di derivati petroliferi dai depositi della ex-raffineria di Villasanta (Monza). ”Qualunque sia la causa, accidentale o dolosa, questa nuova catastrofe torna a mettere in luce l’insufficienza della prevenzione dei rischi industriali – dichiara Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente – la Lombarda Petroli e’ una delle 287 industrie obbligate a fornire piani di emergenza per effetto della direttiva Seveso: cittadini e amministratori dovrebbero sapere tutto dei rischi attuali e potenziali connessi a questi siti industriali, per sapere come comportarsi in caso di evento accidentale. Invece anche in questo caso l’evento ha potuto sviluppare tutto il proprio potenziale distruttivo prima che venissero attivate le strutture di intervento”