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Pesca, Commissione Ue propone il divieto di commercio del tonno rosso

23 febbraio 2010 0 commenti

Alcuni esemplari di tonno rossoDopo mesi di impasse, dovuta alle posizioni discordanti degli ex commissari dell’Ambiente e della Pesca, la Commissione europea ha finalmente deciso, oggi a Bruxelles, di appoggiare l’iscrizione del tonno rosso nell’Allegato 1 della Convenzione sul commercio internazionale delle specie a in pericolo (Cites).

 

 

Questo significa che, se gli Stati membri dell’Ue e gli altri membri della Convenzione ratificheranno l’iscrizione all’Allegato 1, verrà sospeso il commercio su larga scala di questo pesce, molto apprezzato in particolare nella cucina giapponese. Non si tratta, tuttavia, di un divieto totale di pesca di questa specie: la Commissione si propone, infatti, se la misura entrerà in vigore,di “vigilare affinché le imprese della pesca artigianale siano autorizzate ad approvvigionare il mercato Ue con le catture provenienti dalle acque interne degli Stati membri”.

Inoltre, la proposta della Commissione prevede che passi ancora un altro anno prima che il divieto diventi effettivo, e non coprirebbe dunque la stagione di pesca imminente.La proposta sarà discussa con gli Stati membri al fine di raggiungere una posizione comune dell’Ue per la prossima riunione della Cites, che avrà luogo a Doha, in Qatar, dal 13 al 25 marzo 2010.

Si tratta del primo atto importante del nuovo commissario Ue all’Ambiente, lo sloveno Janez Potocnik (che ha confermato la posizione del suo predecessore, Stavros Dimas), e della sua collega alla Pesca succeduta al maltese Joe Borg, la greca Maria Damanaki, che ha fatto cadere l’opposizione dei suoi servizi, consentendo la decisione dell’Esecutivo comunitario.

“Abbiamo la responsabilità, nei confronti delle generazioni future, di adottare misure decisive quando esiste la probabilità che una specie vada incontro all’estinzione. Abbiamo il dovere di preservare il nostro capitale naturale. E siccome c’è un rischio elevato che il tonno rosso dell’Atlantico scompaia definitivamente, non abbiamo altra scelta se non quella di agire ora e proporre il divieto del commercio internazionale” di questa specie” ha spiegato il commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik durante una conferenza stampa a Bruxelles.

“Il nostro obiettivo è garantire ai pescatori un futuro sostenibile. Per questo è necessario preservare lo stato di salute degli stock di tonno rosso, ed è evidente per tutti che l’eccessivo sfruttamento della risorsa non può certo essere la strada da percorrere. Un aspetto importante della soluzione che oggi proponiamo è rappresentato da un regime specifico applicabile alla flotta da pesca artigianale”, ha osservato, da parte sua, Maria Damanaki.

Greenpeace ha accolto con favore la proposta, ma ha criticato il fatto che se ne preveda l’attuazione solo fra un anno. “Visto che è d’accordo sul fatto che la sospensione del commercio internazionale è giustificata, l’Ue dovrebbe agire subito, e non aspettare gli altri”, ha commentato Saskia Richartz direttore politico della campagna per gli oceani dell’Ufficio europeo dell’organizzazione.

 

IL SOTTOSEGRETARIO ALLE POLITICHE AGRICOLE, ANTONIO BUONFIGLIO: “PROPOSTA CONDIVISIBILE”

“Una proposta condivisibile perché tiene conto delle indicazioni emerse nei giorni scorsi dai contatti avviati, su nostra iniziativa, tra Italia, Francia e Spagna”. Il sottosegretario alle Politiche agricole Antonio Buonfiglio ha così commentato la proposta di Bruxelles.

Il sottosegretario ha proseguito spiegando che “ora l’aspetto qualificante è quello di avviare un lavoro scientifico, con la stretta collaborazione degli Stati membri, per accertare, nel prossimo novembre in seno all’Iccat, quella che è effettivamente la situazione biologica dello stock”.

Inoltre, dice, “sul piano comunitario, occorre mettere a punto gli strumenti giuridici per assicurare piena tutela alle catture effettuate con attrezzi tradizionali, nel nostro caso palangari e tonnare fisse, e per mobilitare risorse finanziarie straordinarie allo scopo di compensare il reddito degli armatori e degli equipaggi”.

“Infine, sul piano interno – ha concluso Buonfiglio – non possono che proseguire le iniziative già in corso per la concentrazione delle quote tra gli operatori del settore. È l’unica strada possibile per assicurare che la sostenibilità della pesca proceda di pari passo con quella economica delle imprese”.