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Lambro: il petrolio raggiunge il Po

24 febbraio 2010 0 commenti

L’onda nera e’ arrivata dal Lambro al grande fiume. Le prime avanguardie si sono viste nella mattina e verso le 16 la grande macchia scura e oleosa, -parte della gran quantita’ di petrolio riversata ieri dai depositi della Lombarda Petroli di Villasanta- si e’ presentata nel Po piacentino.  Un disastro ambientale che costera’ tanto denaro e che l’ambiente sta gia’ pagando. La Lombardia, dove tanto si era investito per risanare il Lambro, chiedera’ lo stato di calamita’, l’EmiliaRomagna ha gia’ chiesto lo stato di emergenza, le associazioni ambientaliste e gli amministratori hanno lanciato l’allarme per tutto il corso del fiume che scorre tra le due regioni e il Veneto fino al povero Adriatico che sara’ costretto a sopportare, almeno in parte, questo nuovo attacco al suo ecosistema.

La Procura di Monza ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e fra i primi atti degli inquirenti ci sara’ il sequestro dei serbatoi dell’azienda da cui sono stati sversati gli idrocarburi e dei documenti relativi allo stoccaggio dei carburanti. L’azione di Villasanta e’ stata condotta, secondo gli investigatori, da persone che sapevano come azionare le valvole e sapevano anche quali erano i serbatoi pieni. L’accusa e’ comunque a carico di ignoti: ci sara’ la verifica dei nastri di videosorveglianza della ditta che potrebbero aver inquadrato gli autori del gesto anche se le speranze sono poche in quanto l’unica telecamera dell’impianto, posta sul cancello d’ingresso, e’ lontana dai serbatoi.

”C’e’ stato qualche criminale che ha deciso di intervenire in maniera dolosa e vigliacca, mettendo a repentaglio un patrimonio che e’ di tutti. Ci deve essere una ribellione contro questi atti criminali, vanno individuati i responsabili e assicurati alla giustizia, e la giustizia contro costoro deve essere particolarmente rigorosa”, ha detto Roberto Formigoni.  

Se la magistratura, nell’ambito delle indagini già avviate per disastro ecologico, dovesse individuare nella speculazione edilizia il movente di quest’azione criminale, sarebbe necessario porre un vincolo urbanistico perenne in ben determinate zone attraversate dal Lambro». Lo afferma il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, nel corso di un sopralluogo lungo le sponde del Lambro

Gli sbarramenti in territorio lombardo hanno retto solo in parte e adesso bisogna sperare in quelli emiliani: cinque nel solo territorio piacentino a partire da Calendasco dopo una riunione in Prefettura. Mobilitati i personali di Aipo, Arpa, Protezione civile, Vigili del Fuoco e anche i militari del Genio. Alle 19.15 e’ stata fermata l’attivita’ della centrale Enel Green Power di Isola Serafini, nel Po piacentino, e sono state aperte le paratoie inferiori per far defluire l’acqua dal basso e trattenere cosi’ la macchia oleosa nello sbarramento. Un altro baluardo per catturare l’onda nera che e’ anche favorita dalla notevole portata del Po in questo periodo. A Piacenza, dove la gente ha protestato per l’allarme partito in ritardo e per l’inadeguatezza dei rimedi dalla Lombardia, l’Arpa ha rassicurato sulla situazione delle falde acquifere e sulla potabilita’ dell’acqua che arriva dai rubinetti, ma e’ stato vietato il prelievo dell’acqua dal fiume.

I tecnici della Protezione Civile a lavoro sul fiume Lambro

IN SERATA LA SITUAZIONE SEMBRA RELATIVAMENTE SOTTO CONTROLLO

Alle 20 la situazione sul Po era definita “sotto controllo“. “L’unica cosa ad oggi certa e’ quella del dolo, che rimane gravissima e deve essere punita in modo esemplare” dice L’assessore provinciale all’Ambiente di Piecenza, Davide Allegri, che in serata fa la cronaca della giornata di lavoro. “E’ da stamattina Prefettura, Vigili del fuoco, Arpa, Questura, polizie municipali, esercito e carabinieri hanno iniziato a lavorare. A un primo vertice mattutino, negli uffici territoriali del Governo, ne ha fatto seguito un altro, alle 13. Il primo piano di intervento contava cinque sbarramenti, due nella prima porzione del tratto piacentino del grande fiume (Ca’ del Bosco e localita’ Emanuella), uno in pieno territorio comunale (attracco del ponte genio Pontieri) e altre due successive barriere contenitive a Roncarolo e in zona San Nazzaro, la bassa piacentina. Sono state usate le “panne” assorbenti, lunghi tubi per garantire il primo contenimento degli idrocarburi in viaggio verso la foce. A Roncarolo, zona di raccordo del fiume con il Nure, una ditta piacentina, la Airbank, ha messo a disposizione barriere per arginare fisicamente l’avanzata degli oli. Fin da subito, spiega l’assessore, e’ stato chiaro che dovevano essere sospese tutte le attivita’ industriali con prelievo diretto dell’acqua dal Po. I sindaci delle zone di Calendasco, Piacenza, Caorso, Monticelli, Castelvetro e Villanova, i comuni che corrono lungo il Po, hanno emesso ordinanze di divieto di qualsiasi attivita’ di prelievo idrico. Anche le due centrali Edipower, termoelettrica e idroelettrica, sono state allertate. Alle 15.30 c’e’ stato un nuovo vertice, stavolta c’erano anche il presidente della Regione Vasco Errani, e il capo della Protezione civile regionale Demetrio Egidi, appena sceso a terra dopo una perlustrazione aerea della zona. Per ostacolare la scia melmosa e’ stato previsto un ulteriore sbarramento ancora piu’ a monte, in direzione della foce del Lambro. “Il tentativo e’ di rendere sempre meno minacciosa l’onda nera diretta su Piacenza, attesa, nel comune capoluogo, dalle 21 circa”, racconta ancora l’assessore all’Ambiente. Intanto, cinque autobotti hanno iniziato a lavorare in zona Calendasco, per risucchiare i liquidi inquinanti, mentre erano attivi anche gli skimoil (pompe per l’aspirazione superficiale dell’olio). Verso le 20, rassicura Allegri, la situazione rimane sotto controllo. Un nuovo vertice e’ previsto per le 22, l’obiettivo e’ dirottare il petrolio verso il Mandracchio (il ramo artificiale che termina con la chiusa di San Nazzaro) a monte della centrale.

REGGIO SI PREPARA, HERA IN ALLERTA, RIMINI INCONTRA LA REGIONE PER PUNTO SULLA COSTA

In campo contro la marea di idrocarburi ci sono ora soprattutto Piacenza e Parma. Ma anche Reggio Emilia si prepara. Arpa e Protezione civile sono gia’ in stato d’allerta che pare durera’ cinque giorni in tutte le province rivierasche potenzialmente interessate. Intanto domani a Reggio vertice in Prefettura con tutti i sindaci dei Comuni fluviali per stabilire la line ad’azione contro la cosiddetta “onda di piena” degli inquinanti. E’ ancora presto affinché la macchia di gasolio riversata nel fiume Lambro possa, eventualmente, raggiungere il mare Adriatico.

Tutti i tecnici di Hera del presidio di Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, sono stati allertati e stanno costantemente monitorando la situazione del fiume Po per prevenire l’emergenza che si potrebbe originare a causa del materiale che riversatosi dal fiume Lambro potrebbe transitare di fronte alla Centrale di Pontelagoscuro. Inoltre, fa sapere Hera Ferrara, sono stati intensificati i controlli dell’acqua prelevata dal fiume, che vengono attuati, con elevata frequenza, a ciclo continuo 24 ore su 24. “Nel caso venisse rilevata qualche anomalia- si legge in una nota- si provvedera’ a interrompere immediatamente il prelievo dall’alveo del fiume e si ricorrera’ all’invaso dei bacini di lagunaggio posti all’interno dell’impianto di potabilizzazione”. Tali bacini, che sono stati portati al livello massimo della capacita’ di accumulo, consentono di mantenere l’erogazione dell’acqua alle utenze a pressione normale o leggermente variata per alcuni giorni, con autonomia di prelievo dal Po. Tale autonomia, unita alla possibilita’ di attingere acqua dai pozzi golenali, potra’ consentire di attendere il passaggio del fronte anomalo garantendo l’approvvigionamento idrico al bacino d’utenza.

E anche a Rimini si segue la vicenda con attenzione: “La Regione ci ha già chiesto un incontro, che probabilmente si terrà in settimana. Ci teniamo ad essere informati e seguiamo costantemente l’evolversi della situazione”, dice l’assessore comunale all’Ambiente Andrea Zanzini. L’assessore di palazzo Garampi è pronto a vedersi con i dirigenti regionali (la protezione civile emiliano-romagnola è già stata attivata) in compagnia, tra gli altri, della propria omologa in Provincia, Stefania Sabba.