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Disastro Lambro: per il Cnr conseguenze ambientali a lungo termine

27 febbraio 2010 0 commenti

Ci vorrà molto tempo prima che il Lambro, e in parte anche il Po, possano ripredersi dopo l’emergenza idrocarburi. “La situazione idrologica attuale del Po puo’ favorire l’attenuazione del fenomeno acuto” di inquinamento, “ma non necessariamente attenua il problema dell’impatto a lungo termine sull’ecosistema”. Infatti, “l’accumulo di idrocarburi nei sedimenti potra’ rappresentare una sorgente di esposizione a sostanze tossiche per un periodo molto lungo”. Lo afferma in una nota l’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr (Irsa-Cnr), a proposito della situazione dei fiumi Lambro e Po. Per l’Istituto, “nonostante l’impatto sull’ecosistema fluviale sia stato in parte attenuato dall’aver ‘sacrificato’ l’impianto di depurazione dell’Alsi (Alto Lambro servizi idrici), in cui e’ stata trattenuta una parte rilevante dei prodotti petroliferi” sversati, “la grande quantita’ di idrocarburi in gioco determinera’ un significativo impatto per un certo tempo sulla fauna fluviale”.

Per l’Irsa-Cnr, analizzando il problema dell’impatto nel contesto del bacino idrografico padano, “le preoccupazioni devono pero’ distinguersi in effetti ecologici sul Po ed effetti sanitari per l’uso potabile delle acque nella parte terminale del suo percorso”. Per l’Istituto, se al momento “e’ difficile identificare tutte le differenti e possibili conseguenze ambientali, perche’ cio’ richiederebbe una definizione della reale distribuzione dell’onda di idrocarburi lungo il corso del Po che non e’ ancora disponibile”, allo stesso tempo “c’e’ comunque un aspetto che richiede attenzione perche’ sara’ un impatto inevitabile per il mar Adriatico, l’ecosistema recettore finale”.

L’interruzione per alcune settimane della operativita’ dell’impianto Alsi- Alto Lambro di San Rocco, “determinera’- spiega l’Irsa-Cnr- lo sversamento non depurato dei reflui urbani di circa 700 mila abitanti, con la formazione di un carico in eccesso di nutrienti che giungeranno alla foce del Fiume Po in un momento, l’inizio della primavera, durante il quale si hanno le prime fioriture algali, generalmente diatomee, che danno inizio ai naturali cicli stagionali”.Esiste, insomma “una certa possibilita’ che si possano verificare situazioni di fioriture al di fuori della norma, con conseguenze anche sull’ecosistema marino prospiciente la foce del Po”, conclude l’Irsa-Cnr.