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Coldiretti e Cia: l’Italia vieti gli ogm, può e deve farlo

2 marzo 2010 0 commenti

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“Con la pericolosa fine della moratoria sulla coltivazione degli Ogm, la Commissione europea ha anche annunciato la storica intenzione di presentare entro l’estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivare o meno Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) sul proprio territorio, invertendo l’attuale quadro normativo. E questo dara’ finalmente la possibilita’ all’Italia e alle sedici regioni che si sono gia’ dichiarate ogm-free di vietare la coltivazione nei loro territori”. Lo sottolinea il presidente della Coldiretti Sergio Marini , che aggiunge “l’Ue autorizzi pure, tanto in Italia continueremo a non coltivarli”. “La Commissione Europea – sottolinea Coldiretti – prende atto della forte opposizione dei cittadini europei, come dimostra il fatto che non e’ presente nessun prodotto geneticamente modificato in vendita sugli scaffali e difficilmente arriveranno le patatine ogm, nonostante siano ormai 35 gli organismi geneticamente modificati autorizzati in Europa (19 di mais, 6 di cotone, 3 di colza, 3 di soia, 1 di barbabietola, 1 di patata, 1 microrganismo)”.
Dopo il divieto posto anche in Germania nell’aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove e’ possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l’unico presente nel Vecchio Continente. Peraltro il drastico crollo del 12 per cento nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2009 conferma che si e’ verificata una inversione di tendenza a conferma che fatto che nel coltivare prodotti transgenici non c’e’ neanche convenienza economica, anche nei Paesi dove e’ ammesso. Le sei nazioni che hanno coltivato mais BT in ordine di grandezza della superficie coltivata sono Spagna (80 per cento del totale), Repubblica Ceca, Portogallo, Romania, Polonia e Slovacchia.
“La decisione dell’esecutivo comunitario sulla liberta’ di non seminare per i singoli Stati, da’ valore – sostiene Marini – alla scelta
lungimirante fatta dall’Italia per una agricoltura libera da ogm grazie all’impegno di un vasto schieramento che comprende Coldiretti, movimenti ambientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani che sono contrari al biotech nei campi e nel piatto”.

CIA: L’UE METTE A RISCHIO L’AGRICOLTURA ITALIANA

In materia di ogm sono “pericolose” le decisioni Ue, perche’ mettono “a rischio l’agricoltura italiana
diversificata, tipica e di qualita'”.
Piuttosto che dire ‘si” alla patata genericamente modificata della Bayer, “era meglio attendere prima le linee-guida annunciate da Barroso”. Lo afferma il presidente della Cia – Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, secondo cui su un tema come quello degli ogm “e’ necessario aprire un confronto fra tutte le parti interessate”. Perche’, sostiene, “non ci possono essere imposizioni. Vanno garantite la sovranita’ e l’autonomia dei singoli Stati”. Per questo, ribadisce Politi, “esprimiamo tutto il nostro fermo dissenso nei confronti di decisioni che riteniamo gravi, pericolose, dannose e frettolose, delle quali non c’era alcun bisogno”. Davanti a queste decisioni da parte dell’organismo di Bruxelles, “non possiamo che ribadire l’esigenza dell’avvio immediato di un confronto costruttivo fra tutte le forze interessate, compresi gli agricoltori”, continua il presidente della Cia, che apre anche a “una consultazione popolare che si pone indispensabile su un problema di vasta portata non solo economico, ma soprattutto etico”. Il biotech, conclude Politi, “non serve all’agricoltura italiana, cosi’ diversificata, tipica e di grande qualita'”.