Toscana: sei delfini spiaggiati in sette giorni
Sei delfini spiaggiati sulle coste toscane in una settimana. Cinque cetacei sono stati trovati morti, uno era ancora vivo ed e’ riuscito a riprendere il largo. ”Nell’ultima settimana abbiamo recuperato 5 delfini spiaggiati nella zona che va dalla laguna di Orbetello a Livorno” dice Fabrizio Serena dell’Arpat, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. ”In realta’ gli spiaggiamenti sono stati sei, ma uno dei cetacei era ancora vivo e siamo riusciti a spingerlo di nuovo verso il largo”.
Sulle cause di questa moria varie sono le ipotesi, nessuna ancora suffragata da prove. ”Impossibile verificare se i delfini sono morti per il virus del morbillo, come hanno avanzato alcuni. Per trovare questo virus – spiega Serena – dovremmo prendere campioni da animali vivi o morti da poco, un paio d’ore al massimo. Negli ultimi casi, invece, la morte risaliva a giorni prima, era gia’ iniziata la decomposizione. Noi comunque abbiamo fatto dei prelievi, soprattutto per verificare il livello di presenza dei metalli pesanti”.
Serena tende a escludere la possibilita’ che gli spiaggiamenti siano stati causati direttamente dall’inquinamento: ”Noi facciamo ormai da anni un monitoraggio costante delle acque del litorale toscano e ligure. Un monitoraggio sulle risorse, sulla biodiversita’ e sull’inquinamento. Ebbene, se dal punto di vista delle risorse tutta la zona appare oggi un po’ sfruttata, depauperata, dal punto di vista dell’inquinamento, la situazione del mare in Toscana e’ ottima. Abbiamo 600 chilometri di coste – sottolinea Serena – e, a parte vicino ai porti o ai grandi agglomerati urbani il mare toscano e’ ottimo”.
Di diverso avviso Greenpeace. Giorgia Monti, responsabile della campagna mare dell’organizzazione commenta: ”Purtroppo l’ennesima moria di cetacei lungo il litorale toscano non ci sorprende. Sono Italia, Francia e Monaco i veri responsabili dello svuotamento del Santuario dei Cetacei. Non e’ stato fatto niente di concreto per tutelare delfini e balene e l’ inquinamento del Santuario non e’ diminuito, anzi”. ”Contrariamente a quanto riferito dall’Arpat – aggiunge Monti – l’inquinamento dell’Alto Tirreno e del Mar Ligure e’ notevole. In una relazione tecnica elaborata dall’Ispra si afferma infatti che la presenza di sostanze tra cui Ddt, di Ipa, Pcb e’ stata dimostrata essere massiccia in esemplari di stenelle free-ranging dell’area del Santuario se paragonata ad altre zone del Mediterraneo”. ”Inoltre – sottolinea ancora Monti – l’Italia ha appena avviato proprio nel Santuario dei cetacei, area marina ‘protetta’, la costruzione della prima Area Marina Industriale: il rigassificatore offshore di Livorno/Pisa”. E si chiede: ”La morte dei cetacei, con esemplari spiaggiati a Livorno, e’ solo una coincidenza? E l’Arpat che cosa ha avuto da dire sulla costruzione del rigassificatore in piena area marina protetta?”.
Una spedizione di Greenpeace nel 2008 ha stimato un dimezzamento del popolamento di stenelle (rispetto al 1989-90) e ha trovato solo un quarto delle balenottere attese. Nel 2009 il Professor Wurtz dell’Universit… di Genova, poi, ha stimato una diminuzione dell’ordine del 90% nella popolazione delle balenottere.