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Corte di giustizia Ue: chi ha inquinato ad Augusta-Priolo, paghi

9 marzo 2010 0 commenti

Crimini di Pace 1
La Corte europea di Giustizia, in una sentenza interpretativa emessa oggi a Lussemburgo, chiarisce che gli operatori del polo petrolchimico di Augusta-Priolo-Melilli, in Sicilia, possono essere considerati responsabili dell’inquinamento dei suoli e della Rada di Augusta anche se non hanno commesso illeciti; secondo la normativa Ue, affinché la responsabilità civile sia stabilita, è sufficiente che le autorità competenti dispongano di “indizi plausibili” che consentono di presumere un nesso di casualità fra le attività degli operatori e l’inquinamento. “Indizi plausibili” secondo la Corte sono, ad esempio, la vicinanza degli impianti alla zona inquinata e la corrispondenza tra le sostanze inquinanti ritrovate e i componenti impiegati dagli operatori nelle loro attività. La Corte, inoltre, afferma che le autorità nazionali possono subordinare il diritto degli operatori ad utilizzare i terreni di loro proprietà alla condizione che essi realizzino i lavori di riparazione ambientale imposti.

La decisione finale sulla vicenda spetta al Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Sicilia, che dovrà seguire le indicazioni della Corte Ue. Il Tar deve pronunciarsi su una serie di cause degli operatori del polo petrolchimico – Raffinerie Mediterranee (Erg) SpA, Polimeri Europa SpA, Syndial SpA ed Eni SpA – contro le misure di risanamento imposte loro dalle autorità competenti, sia locali che nazionali, nel territorio di Priolo, che è stato dichiarato “sito di interesse nazionale a fini di bonifica”. Gli operatori hanno impugnato, in particolare le decisioni amministrative che li obbligavano a procedere alla riparazione del danno ambientale (soprattutto le misure di bonifica dei fondali della Rada di Augusta), e vietavano di usare i terreni di loro proprietà prima dell’attuazione delle misure di risanamento. Il Tar aveva rinviato alla Corte di giustizia numerose questioni vertenti sull’applicazione del principio “chi inquina paga”, iscritto nel Trattato Ue, e della direttiva comunitaria sul danno all’ambiente.

Il Tar dovrà verificare che le decisioni amministrative rispettino il contraddittorio con gli operatori e l’obbligo di motivazione da parte delle amministrazioni. La Rada di Augusta, situata nel territorio di Priolo Gargallo è interessata da fenomeni ricorrenti di inquinamento ambientale, la cui origine risale già agli anni `60, quando è stato realizzato il polo petrolchimico Augusta-Priolo-Melilli. Da allora, numerose imprese operanti nel settore degli idrocarburi e della petrolchimica si sono installate e succedute in questo territorio.