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Conferenza ambiente e salute di Parma: scuole più inquinate delle strade

10 marzo 2010 0 commenti

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L’inquinamento corre tra i banchi. Nelle aule delle scuole italiane tasso piu’ alto di aria malata rispetto alle trafficate strade cittadine. Pm10 e formaldeide (un gas emesso dagli arredi interni) sono presenti in concentrazioni maggiori in classe che all’aria aperta con rischi di asma e allergie. Questa l’analisi contenuta nello studio ”Qualita’ dell’ aria nelle scuole, un dovere di tutti, un diritto dei bambini”, promosso dal ministero dell’ Ambiente in collaborazione con il Rec, il Regional Environmetal Center di Budapest e presentato in occasione del via, oggi, a Parma, della Quinta conferenza ministeriale ambiente e salute. In particolare 13 le scuole italiane osservate in 6 Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia e Sardegna) e circa 1.000 gli alunni coinvolti.

La fotografia scattata e’ quella di edifici scolastici piuttosto anziani, circa il 50% e’ stato costruito prima del 1960, il piu’ vecchio si trova ad Ispra in Lombardia, costruito ai primi del ‘900 e il piu’ moderno a Roma e risale agli anni ’90. In particolare per il PM10, i valori sono sempre superiori all’ interno della scuola per il cumularsi delle polveri sottili esterne derivanti dal traffico a quelle generate all’interno, come il gesso delle lavagne. Le piu’ alte concentrazioni di Pm10 in classe sono state registrate in Piemonte (185 microgrammi m3), le piu’ basse nel Lazio con 35 microgrammi metri cubi.

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Potenziali fonti di rischio in ambienti scolastici e d’ufficio: scheda a cura dell’ISPRA

La scuola e l’ufficio, a differenza dell’ambiente domestico, rappresentano un ambiente soggetto a diverse norme volte a garantire la sicurezza unita al benessere igienico-sanitario degli occupanti. Esempi sono costituiti dal divieto di fumo (Legge n.584 dell’11/11/1975; Dir.P.C.M. del 14/12/1995; Legge n.3 del 16/01/03, art.51) e dalla legge sulla sicurezza (D.Lgs.626/94). La presenza di fattori di rischio è legata in gran parte ai comportamenti e alle abitudini del singolo e all’adozione di opportune misure di manutenzione e gestione degli oggetti e apparecchiature in dotazione.

* Condizionatori e deumidificatori. Se non opportunamente mantenuti, tutti gli elementi costituenti i condizionatori possono essere fonte d’inquinamento, sia come sito di crescita e moltiplicazione dei contaminanti biologici, sia come trasporto e disseminazione degli stessi. Nei filtri e nei condotti degli apparecchi possono annidarsi acari, polveri, muffe, allergeni batterici o di origine animale, responsabili di numerose allergie e problemi respiratori. È bene assicurarsi che le ispezioni tecniche e di manutenzione avvengano regolarmente.
* Polvere e allergeni. La polvere costituisce un ottimo ricettacolo per i microrganismi e favorisce, quindi, una contaminazione biologica: gli acari della polvere sono un tipico esempio di fonte allergenica. Altre sorgenti che possono provocare allergie ed asma sono costituite da funghi e muffe, dai derivati epidermici degli animali domestici e dai pollini. Un buon accorgimento è, quindi, assicurarsi che venga effettuata una regolare pulizia delle superfici su cui possono depositarsi polvere e allergeni (moquette, libreria, ecc.) oltre che osservare delle semplici regole di gestione ambientale. Tra le buoni abitudini, ad esempio, è bene evitare accumulo di carta, utilizzare i contenitori previsti per i rifiuti, evitare di ostruire le grate dei condizionatori e mantenere il livello di igiene generale.
* Fumo di tabacco . Nei luoghi pubblici e negli ambienti di lavoro vige il divieto di fumo. Fumatori attivi corrono rischi sanitari ben documentati da tempo, ma anche l’esposizione al fumo di tabacco ambientale (o fumo passivo) comporta rischi da non sottovalutare. È bene ricordare che il fumo di tabacco è una combinazione di oltre 4000 sostanze chimiche sotto forma di particolato o di gas, in parte presenti come tali nel tabacco e entrati a far parte del fumo, in parte frutto delle modificazioni dovute alla temperatura prodotta dalla combustione del tabacco. La miscela contiene un’ampia gamma di sostanze tossiche, irritanti o cancerogene.
* Arredamento. In condizioni di cattiva gestione e manutenzione, gli arredi possono agire come serbatoi per muffe, microrganismi e allergeni. Ad esempio, in caso di accumulo d’acqua o di alta umidità è favorito lo sviluppo di muffe e funghi. Inoltre una manutenzione inadeguata può facilitare l’accumulo di polvere, che costituisce un ottimo ricettacolo per i microrganismi, tra cui tipicamente gli acari della polvere.
* Umidità. Se l’acqua o in generale l’umidità si accumula sul soffitto, sulle pareti o sotto la pavimentazione, gli agenti inquinanti biologici quali muffe e batteri possono iniziare a crescere e proliferare. La conseguenza è il rilascio di spore e dei prodotti metabolici nell’aria. Nell’ufficio è possibile riscontrare presenza d’umidità anche sotto la moquette. Il controllo dell’umidità rappresenta pertanto un parametro critico per proteggere tutti gli edifici dal potenziale sviluppo di muffe e batteri.
* Prodotti per la pulizia. La qualità dell’aria indoor può essere influenzata da alcune sostanze presenti nei prodotti per la pulizia, come disinfettanti, detergenti, sgrassatori, lucidi per mobili, ecc., che possono rilasciare sostanze chimiche tossiche o irritanti. È buona norma ventilare gli ambienti in cui siano stati applicati tali prodotti.
* Apparecchi ed impianti elettrici. La presenza di numerosi apparecchi elettrici negli ambienti dove si trascorre molto tempo comporta l’emissione di campi elettromagnetici tali da determinare, a volte, effetti sul comfort e sulla salute. È bene rispettare le generali norme di buona pratica, come, ad esempio quella di tenersi a distanza dai monitor dei computer, dalle stampanti, fotocopiatrici e altri dispositivi e impianti elettrici.