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Al via a Parigi il summit mondiale sulla lotta alla deforestazione

11 marzo 2010 0 commenti
 

 

 

 

La foresta amazzonica (foto Ansa)

La foresta amazzonica (foto Ansa)

Dopo la batosta di Copenaghen, i negoziati sul clima potrebbero indirettamente beneficiare di una boccata d’ossigeno, in occasione della conferenza che si apre oggi a Parigi sulla lotta alla deforestazione, fenomeno all’origine del 20% delle emissioni mondiali di gas serra. Ed è il maggiore fattore di emissioni in paesi con il Brasile e l’Indonesia. Tra gli obiettivi della conferenza quello di dare una spinta all’approvazione del protocollo Redd – reducing emission fron deforestation and forest degradation_ sul quale potete trovare  un approfondimento QUI

 

  Alla conferenza, che è stata aperta dal presidente francese Nicolas Sarkozy, sono presenti i rappresentanti di una sessantina di Paesi, in particolare quelli che ospitano le grandi foreste della Terra, del Congo, dell’Amazzonia e della Papuasia-Nuova Guinea. A Parigi è presente anche Todd Stern, principale negoziatore americano.

 E’ indispensabile che alla conferenza si facciano passi concreti sulle foreste”, auspica Carlos Minc, ministro brasiliano dell’Ambiente, anche per “evitare” che “lo scetticismo si imponga”. “Inoltre, questo potrebbe creare le condizioni affinché il prossimo appuntamento in Messico sia diverso da Copenaghen”, aggiunge Minc.

 Fra i punti più critici dei negoziati in corso sulla deforestazione vi è quello della governance: bisogna utilizzare gli strumenti esistenti, tipo la Banca Mondiale, oppure creare un nuovo fondo per aiutare i paesi del Sud del mondo a frenare la distruzione delle foreste tropicali?

 “Bisogna fare in modo che tutti i flussi finanziari in favore delle foreste siano coordinati, equi ed obbediscano ad una stessa logica”, riassume Brice Lalonde, ambasciatore francese per il clima. Il budget oggigiorno disponibile per le foreste alla Banca Mondiale ammonta a 25 milioni di dollari, una cifra considerata largamente insufficiente.

 Secondo uno studio della società internazionale Mac Kinsey, un budget tra 15 e 25 miliardi di dollari su cinque anni consentirebbe di salvare 3 milioni di ettari di foreste l’anno.

Ogni anno vengono abbattuti nel mondo circa 13 milioni di ettari di foresta, una superficie pari a quella della Grecia. Sei dei dieci paesi che hanno perso più foreste negli ultimi cinque anni sono africani. Con 220 milioni di ettari di foresta tropicale, il Bacino del Congo, che si estende su 10 paesi africani, è il secondo “polmone” del pianeta dopo quello amazzonico.