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Rifiuti, servono regole per contenitori uguali. Ora

14 marzo 2010 0 commenti

Troppi colori, troppa confusione: per i cassonetti servono regole uniche. E’ un fatto che da Torino a Bari passando per Firenze, rifiuti come plastica, vetro, lattine, carta, ma anche spazzatura indifferenziata, si buttano in contenitori diversi. E questo è illogico.
A farlo notare e’ l’Uni, l’Ente nazionale italiano di unificazione, che ha disegnato la ‘mappa’ dei colori impiegati nei principali comuni italiani e chiede regole uguali per tutti, per una maggiore efficacia della raccolta differenziata. La stessa richiesta arriva da Federambiente, che raccoglie aziende, imprese e consorzi dell’igiene ambientale. ”L’Italia dei campanili da’ il meglio di se’ quando si tratta di assegnare un colore ai rifiuti – commenta Daniele Fortini, presidente di Federambiente – considerando che si tratta di una questione legata al decoro urbano e all’inserimento in un contesto paesaggistico”. Secondo la mappa dell’Uni, a Milano, Sassari e Napoli, plastica e lattine vanno gettate nel raccoglitore giallo, mentre a Roma vanno insieme al vetro in quello blu, che diventa celeste a Firenze. Ha un senso? No.

E non è solo una questione di colori. C’è infatti chi separa tutto e chi invece effettua una raccolta comune di vari materiali. Il vetro ha un suo cassonetto verde a Milano, Napoli e Bari (verde), che diventa blu a Sassari (blu). Un apposito raccoglitore della plastica e’ previsto solo a Torino (grigio), Bologna, Bari e Palermo (giallo). Il verde a Roma e Torino raccoglie l’indifferenziata, che si trasforma in blu a Firenze e Napoli, in nero a Milano e in grigio a Bologna (con un coperchio rosso, per essere piu’ intonato con gli edifici del centro storico). Accordo piu’ o meno raggiunto sulla carta, che in genere finisce un un cassonetto bianco. ”A Firenze e’ stato un concorso internazionale – spiega il presidente di Federambiente – all’inizio degli anni ’90, con architetti da tutto il mondo, a optare per il blu”. Il paradosso e’ che il colore puo’ cambiare anche all’interno della stessa citta’, come avviene a Roma e Milano dentro e fuori le stazioni ferroviarie, con i sacchi trasparenti piazzati dalle Ferrovie e cerchiati con colori diversi per carta, vetro, indifferenziata, plastica e lattine. ”Questo e’ uno dei temi piu’ dibattuti degli ultimi vent’anni” aggiunge Fortini, secondo cui un’omologazione dei colori ”sarebbe utile per migliorare la qualita’ del servizio. Come Federambiente abbiamo sempre sollecitato un disciplinare, ma poi abbiamo sempre avuto difficolta’ con comuni e ministero dell’Ambiente, che ha piu’ volte tentato di risolvere il problema senza successo”.

Di fatto, la spesa per un singolo cassonetto
e’ tutt’altro che irrilevante nel budget della gestione dei rifiuti. ”Un contenitore medio da 2.400 litri – spiega Fortini – va da un minimo di 450 euro ai 1.100 euro per quelli piu’ pregiati e vanno rinnovati ogni tre, quattro anni non per via dei vandali ma per l’usura”. Quanti ne puo’ contare un grosso centro? ”A Napoli, che conta complessivamente un milione di abitanti – aggiunge il presidente di Federambiente – sono circa 40mila i contenitori stradali, esclusi i piccoli cestini del centro storico”.