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Acqua del rubinetto? Si grazie. E’ sicura, controllata, economica e inquina di meno rispetto a quella nelle bottiglie

17 marzo 2010 0 commenti

 

Acqua del rubinetto
Acqua del rubinetto

Bere l’acqua del rubinetto non solo è sicuro ma anche economico perché “costa fino a mille volte meno di quella in bottiglia”. E non solo. L’acqua del rubinetto è anche “molto meno inquinante”. Sul fronte della sicurezza, a garantirne la qualità sono infatti “migliaia di controlli che vengono eseguiti ogni anno su campioni di acqua per fare analisi su decine di parametri previsti dalla normativa”.

È questo lo scenario sull’uso dell’acqua per il cittadino emerso dai dati diffusi, oggi a Roma, da Legambiente e Federutility, la federazione delle aziende di servizi pubblici locali che operano nel settore idrico, secondo cui sono addirittura 250mila le analisi effettuate in un anno nella città di Roma, altrettante in Puglia e 350mila in Provincia di Milano, Pavia e Lodi.

 

Il numero di analisi, hanno spiegato Legambiente e Federutily, “dipende dal volume di acqua distribuito, dalla lunghezza e dalla complessità dell’acquedotto ma sono sempre molto più numerosi dei 4 controlli di routine e del controllo annuale di verifica previsti ogni anno dalla normativa. Sono, solo per fare altri esempi, quasi 30mila in Emilia Romagna, 9.500 in Sardegna, 8.500 in Basilicata”.

“Non bere l’acqua di casa significa rinunciare ad una risorsa sana, perché controllata con rigorose norme sanitarie, e molto economica, visto che un litro di acqua ‘del Sindaco’ può costare fino a mille volte meno di quella in bottiglia” ha affermato Sebastiano Venneri, vice presidente nazionale di Legambiente.

  

“E poi – ha aggiunto Venneri – l’acqua di rubinetto rispetta l’ambiente, non produce rifiuti plastici ed è a ‘chilometri zero’, non viaggia per centinaia di chilometri su inquinanti Tir, evita il consumo di combustibili fossili, l’emissione di CO2 e di polveri sottili”.

“I controlli sono fondamentali – ha detto Mauro D’Ascenzi, vice presidente di Federutility – e possono essere garantiti soltanto con una gestione professionale ed industriale del ciclo idrico integrato. Le piccole gestioni dirette comunali spesso non hanno laboratori, tecnologie e personale per effettuare migliaia di controlli come fanno le aziende. Il livello qualitativo dell’acqua italiana è tra i più alti d’Europa nonostante le tariffe più basse e non è questione di fortuna, ma di lavoro e di investimenti”.

 

Secondo Legambiente e Federutility, sono i numeri dei controlli “che dimostrano quanto l’acqua di rubinetto delle nostre case sia molto più controllata di quelle in bottiglia. Per quest’ ultime, infatti, le prescrizioni normative prevedono la realizzazione di una sola analisi all’anno da parte dei soggetti titolari della concessione, che viene inviata al Ministero della Salute insieme a una autocertificazione relativa al mantenimento delle caratteristiche delle acque”.

“Naturalmente, – hanno aggiunto – come per ogni settore anche per quello idrico capitano temporanei disservizi, sospensioni del servizio o uscita temporanea dai parametri qualitativi”.

 

“Negli anni, però, – hanno proseguito – è cambiata l’importanza dei controlli e la costanza,che insieme alla ripetizione delle analisi da parte di più soggetti, dall’azienda alla Asl, consentono ormai di individuare i problemi in tempi brevi e di intervenire con provvedimenti d’urgenza, come le ordinanze del Sindaco in caso di parametri qualitativi fuori norma”.

“Le analisi – hanno continuato ancora – vengono eseguite in parallelo dagli enti di controllo (Asl e Agenzie regionali protezione ambiente) e dal gestore del servizio idrico, utilizzando anche sofisticate tecnologie di telecontrollo che permettono il monitoraggio in tempo reale di alcuni parametri fondamentali per la potabilità dell’acqua”.

E ancora. Legambiente e Federutility hanno riferito infatti che “è sempre più diffusa poi la pubblicazione dei risultati delle analisi sui siti internet delle aziende locali, mentre in alcuni casi si utilizzano le bollette dell’acqua, la pubblicazione sui giornali locali, o materiali divulgativi realizzati appositamente per informare i cittadini”.

Sicurezza ma anche rispetto dell’ambiente. “Solo un terzo delle bottiglie di plastica utilizzate per l’acqua minerale, infatti, – hanno affermato l’associazione ambientalista e la federazione delle aziende idriche – viene raccolto in modo differenziato e destinato al riciclaggio, mentre i restanti due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore”. Ma non è tutto.

 

Da quanto riferito da Legambiente e Federutility, infatti, “il consumo annuo di 12 miliardi di litri di acqua imbottigliata comporta, per la sola produzione delle bottiglie, l’utilizzo di 350mila tonnellate di polietilene tereftalato (Pet), con un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di gas serra di circa 910 mila tonnellate di CO2 equivalente”.

La fase del trasporto dell’acqua minerale, infine, “influisce non poco – hanno riferito – sulla qualità dell’aria. Solo il 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui treni, tutto il resto viene movimentato su strada”. Sicura, ambientalmente compatibile ma anche economica.

Nel rapporto di Legambiente-Federutility “Acqua di rubinetto?” Sì, grazie” si rileva infatti che “secondo i dati dell’indagine sui consumi delle famiglie italiane condotta dall’Istat su un campione di 470 comuni e pubblicata nel luglio 2008, risulta che nell’anno 2007, una famiglia di tre componenti ha speso mediamente 486,8 euro/mese (ossia il 16,7% della spesa mensile) per Trasporti e 131,2 euro/mese per le voci Tempo libero e cultura e Combustibili ed energia (entrambi i capitoli di spesa pesano per il 4,5% sull’esborso medio mensile)”.

“La spesa per il servizio idrico (calcolata da Utilitatis su un consumo di 200 mc, relativamente all’anno 2007) – riferisce ancora il Rapporto – ammonta a 19,69 euro mensili, rappresentando per le famiglie un costo notevolmente inferiore sia rispetto alle componenti di spesa appena citate, sia rispetto all’esborso per Comunicazioni (58,3 euro/mese) e alla spesa per Tabacchi, la quale mediamente supera di 6 Euro mensili l’ammontare che l’utenza tipo si vede addebitare a fronte del servizio idrico di cui usufruisce”.

 

Il rapporto quindi sottolinea che “da un confronto con i prezzi dell’acqua in diverse città straniere, è risultato che una famiglia di tre componenti, residente a Roma, paga un importo complessivo di 177 Euro per un consumo di 200 mc di acqua, cifra di molto inferiore rispetto alle altre città europee prese a campione da un’indagine di Utilitas (2009).

In cima alla classifica si trovano Berlino con 968 euro/anno, dove per il solo servizio di acquedotto vengono addebitati, ogni anno, 428 Euro per famiglia. Seguono Zurigo, Parigi e Bruxelles. Roma è terzultima”.

Grandi le differenze anche a livello nazionale. “Considerando un’utenza standard con consumo annuale di 200 mc (duecento mila litri di acqua), nel 2008 gli esborsi più elevati – continua il Rapporto – sono stati registrati ad Agrigento (440 euro/anno), seguita da Arezzo (410 euro/anno), Pesaro e Urbino (409 euro/anno). La spesa più contenuta si è avuta a Milano (103 euro/anno), Treviso e Isernia (rispettivamente con 108 e 109 euro/anno)”.

Ma Legambiente e Federutility non si fermano qui. E, per sensibilizzare tutti all’uso di questa preziosa risorsa, che nel nostro Paese è anche di ottima qualità, da oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua del 22 marzo, parte fra loro una collaborazione che durerà tutto l’anno, per informare e dare consigli per il risparmio idrico e sulla tutela dell’acqua.

Con “Acqua di rubinetto? Sì grazie!” la nuova campagna nazionale di promozione dell’acqua di casa, le due associazioni scenderanno in piazza durante il fine settimana del 20 e 21 marzo con oltre 60 iniziative per fornire informazioni pratiche ai cittadini, sfatare luoghi comuni sull’acqua del rubinetto e togliere qualsiasi dubbio riguardo alla sicurezza e al gusto dell’acqua “del Sindaco”.

In particolare, a Roma il 20 marzo verrà allestito in piazza Buenos Aires lo stand informativo che distribuirà la mappa delle fontanelle di Roma mentre chi vorrà potrà sottoporsi alla prova di degustazione “al buio”. Iniziative anche a Parma, Ancona, Rimini, Bologna, Sondrio, Tortona e Novi Ligure (Al), Cuneo, Cosenza, Cagliari, Pisa, Bassano del Grappa (Vi), Brescia, Lovere (Bg) e Arezzo.