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Legambiente: in Italia 6.993 comuni fanno uso di energie rinnovabili. Sluderno, in provincia di Bolzano, il più virtuoso

23 marzo 2010 0 commenti

fotovoltaicoSole, vento, acqua, geotermia, biomasse: sono 6.993 i Comuni rinnovabili italiani, al top della classifica verde Sluderno, in provincia di Bolzano, Tocco da Casauria, in provincia di Pescara, Maiolati Spontini, in provincia di Ancona, e Grosseto, che si fregiano del titolo di località simbolo del futuro energetico italiano: è il risultato della mappatura delle fonti rinnovabili in Italia, di Legambiente, che ha presentato il rapporto presenta ‘Comuni Rinnovabili 2010’.

 

 

Sono infatti ben 6.993 i Comuni italiani dove è installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili. Erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008. Le fonti pulite che fino a dieci anni fa interessavano, con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nell’86% dei Comuni.

 

E per quanto riguarda la diffusione, sono 6.801 i Comuni del solare, 297 quelli dell’eolico, 799 quelli del mini idroeletttrico e 181 quelli della geotermia. Le biomasse si trovano invece in 788 municipi dei quali 286 utilizzano biomasse di origine organica animale o vegetale.

 

Ecco, in sintesi, il quadro dell’Italia sostenibile, rilevato dal rapporto Comuni Rinnovabili 2010 di Legambiente, realizzato in collaborazione con Gse e Sorgenia, presentato oggi a Roma.

 

Il rapporto racconta con numeri, tabelle, cartine il salto impressionante che si è verificato in Italia nel numero degli impianti installati. Attraverso nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse già oggi sono 825 i Comuni in Italia che producono più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti.

 

“I Comuni rinnovabili sono un perfetto esempio della direzione verso cui si deve guardare per ragionare di energia in Italia. Ovvero, bisogna partire dal territorio per comprendere la domanda di energia e fornire la risposta più adatta, pulita e efficiente”, ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, avvertendo: “Ma per dare forza a questa prospettiva occorre dare finalmente certezze al settore, assumendo gli obiettivi UE al 2020 come scenario di riferimento delle politiche, in modo da stabilire regole e condizioni utili a innescare un ciclo virtuoso”.

 

Legambiente indica in dettaglio nel rapporto gli interventi indispensabili, a partire dal Piano di azione nazionale per le rinnovabili che occorre presentare a Bruxelles entro giugno 2010, per indicare le politiche e gli obiettivi suddivisi tra le Regioni.

 

E tra gli interventi più urgenti, secondo Legambiente, innanzitutto la semplificazione delle procedure per i progetti: “Bisogna far diventare un atto libero e gratuito realizzare un impianto domestico da fonti rinnovabili ed emanare le Linee Guida per l’approvazione dei progetti come previsto dal DL 387/2003, soprattutto per fare chiarezza rispetto all’inserimento degli impianti nel paesaggio”. Secondo l’associazione inoltre va definito uno scenario certo, per gli incentivi alle fonti rinnovabili con un orizzonte da fissare al 2020, e la priorità va al prolungamento degli incentivi in conto energia per il solare fotovoltaico (di grande successo e in fase di scadenza).

 

Ma altrettanto urgente – sottolinea il rapporto – è dare certezza al solare termico e agli interventi di risparmio energetico (con il 55% di detrazione fiscale) che termineranno nel 2010. E ancora: investire sulla rete energetica per adeguarla a una generazione sempre più efficiente e distribuita, spingere con convinzione l’innovazione energetica degli edifici, fare in modo che il mercato energetico premi veramente efficienza e concorrenza nell’offerta ai cittadini e alle imprese, ed utilizzare, per valutare i progetti da fonti fossili criteri legati all’efficienza energetica e alle emissioni di CO2.

 

Ma “occorrono anche nuove idee per muovere politiche capaci di spingere l’efficienza energetica verso gli utenti finali”. Un esempio – sottolinea Legambiente – sono i regolamenti edilizi comunali che, come dimostra l’esperienza di questi anni, possono spingere con obblighi e incentivi l’innovazione nel settore delle costruzioni.

 

“Nel 2009 la crescita delle fonti rinnovabili è stata fortissima (+13% di produzione), e dimostra quanto oggi queste tecnologie siano affidabili e competitive”, ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente, in occasione della presentazione del rapporto sui Comuni rinnovabili 2010, aggiungendo: “Siamo preoccupati di fronte all’assordante silenzio che ci sta accompagnando alla scadenza del prossimo giugno, quando l’Italia dovrà comunicare all’UE il piano nazionale per rientrare nell’obiettivo al 2020 del 17% di rinnovabili”.

 

E il presidente di Legambiente ha sottolineato che le esperienze raccolte dimostrano quanto le rinnovabili sono già oggi vantaggiose: “Coloro che hanno installato impianti solari termici e fotovoltaici o che sono collegati a reti di teleriscaldamento, pagano bollette meno salate in località dove l’aria è più pulita”.

 

“Le azioni intraprese di recente da molti Comuni italiani stanno dando un contributo importante alla corsa nazionale per il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea in tema di energia rinnovabile”, ha dichiarato Gerardo Montanino, direttore operativo del Gestore dei Servizi energetici, sottolineando: “Questo grazie anche a una solida politica nazionale di incentivazione che, attraverso varie forme di sostegno, si estende a tutte le fonti rinnovabili. L’eccezionalità del nostro territorio, infine, sta proprio nell’avere potenzialità di sviluppo per tutte le nuove energie rinnovabili”.

 

“I numeri contenuti nel rapporto 2010 – ha dichiarato Massimo Orlandi, amministratore delegato di Sorgenia – testimoniano la progressiva crescita della sensibilità e dell’impegno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili da parte di istituzioni nazionali e locali, imprese e cittadini del nostro Paese”.

 

“Tuttavia – ha aggiunto – per colmare il divario che ancora ci separa dai leader europei Germania e Spagna, occorre proseguire e rafforzare questo impegno anche in futuro, ad esempio uniformando e velocizzando gli iter autorizzativi per i nuovi impianti”.