Home » Redazione Ecquo » biodiversità »

Doha, la Cites ritira la protezione a tutte le specie di squali

25 marzo 2010 0 commenti

squaliLa Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites), riunita a Doha, ha ritirato la protezione che aveva accordato allo squalo smeriglio, decretando di fatto una vittoria totale del Giappone.

 

 

 

 

Con 86 voti a favore e 42 contro, due giorni fa gli Stati membri avevano deciso di inserire il “Lamna nasus” nell’Annesso II, l’articolo che autorizza l’immissione nel mercato internazionale solo se accompagnata da un documento che attesti che il suo commercio non è pregiudizievole per la specie.

 

Ma la decisione è stata rovesciata da un nuovo voto a scrutinio segreto a qualche ora dalla fine dei lavori. Lo squalo smeriglio, che vive nelle acque temperare e la cui popolazione è diminuita dell’80% negli ultimi anni, era il solo ad essere stato ammesso al controllo della Cites fra quattro specie commerciali di squalo – lo squalo martello smerlato, lo squalo oceanico e lo spinarolo. Erano stati bocciati anche il tonno rosso dell’Atlantico dell’Est e del Mediterraneo e i coralli rossi preziosi.

 

Il Giappone e la Cina, seguiti da Singapore e dalla quasi totalità dei Paesi dell’Asia si sono opposte con forza durante la conferenza di Doha, che termina oggi, ad un controllo della Cites sulle specie marine di alto valore commerciale.

 

“E’ un triste giorno. La Cites è sempre stato un trattato per frenare il commercio a nome della conservazione delle specie.

 

Oggi, si sacrifica la conservazione a profitto del commercio”, ha commentato alla fine del voto Sue Lieberman, direttrice delle politiche internazionali al Pew Environment Group. “Il Giappone pensa che la Cites non dovrebbe avere voce in capitolo sulle specie commerciali ma è un errore”, le ha fatto eco il segretario generale della Convenzione, Willem Wijnstekers, sottolineando che “spesso, quando le specie arrivano alla Cites, è già troppo tardi”.

 

Oggi le varie associazioni ambientaliste presenti a Doha, hanno denunciato “una aggressiva e attenta politica di lobby” del Giappone che è riuscito a far prevalere quasi in toto la sua linea sugli animali marini. Tokyo ha conquistato il consenso della maggioranza delle 175 nazioni rappresentate alla conferenza riuscendo nella difficile impresa di bloccare l’accordo che avrebbe dovuto prevedere il bando della pesca al tonno rosso.