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Rapporto Fao: meno deforestazione. Ma in Africa e Sudamerica si perdono milioni di ettari

25 marzo 2010 0 commenti

La deforestazione diminuisce a livello globale, ma rimane allarmante in molti paesi secondo il nuovo nuovo rapporto Valutazione delle Risorse Forestali Mondiali 2010 presentato dalla FAO. A livello globale la deforestazione, causata prevalentemente dalla conversione delle foreste tropicali in terra agricola, negli ultimi dieci anni è diminuita, tuttavia in molti paesi continua ad una tasso allarmante, dice il rapporto. A livello mondiale, nel decennio 2000-2010, ogni anno circa 13 milioni di ettari di foreste sono stati convertiti ad altro uso, o sono andati perduti per cause naturali, rispetto ai circa 16 milioni di ettari l’anno perduti nel decennio precedente. Questi sono alcuni dei risultati a cui è giunto il rapporto della FAO Valutazione delle Risorse Forestali Mondiali 2010, lo studio (che copre 233 paesi e territori) più attendibile ed esaustivo sinora disponibile sulle risorse forestali del pianeta. Il Brasile e l’Indonesia, che negli anni ’90 registravano la più alta perdita netta di foreste, hanno ridotto in modo significativo i loro tassi di deforestazione. Inoltre, grazie agli ambiziosi programmi di riforestazione della Cina, dell’India, degli Stati Uniti e del Vietnam – insieme con l’espansione naturale delle foreste in alcune regioni – ogni anno si sono aggiunti oltre sette milioni di ettari di nuove foreste.

Di conseguenza la perdita netta di area forestale tra il 2000 ed il 2010 si è ridotta di 5,2 milioni di ettari l’anno, rispetto agli 8,3 milioni di ettari degli anni ’90. La superficie forestale totale nel mondo copre poco più di quattro miliardi di ettari, vale a dire il 31 per cento del totale della superficie terrestre.

La perdita netta annuale di foreste (quando la somma di tutte le nuove aree forestali guadagnate è minore delle perdite) negli anni 2000-2010 è stata equivalente ad un’area grande quanto la Costarica. Le perdite più estese si rilevano in Sudamerica ed in Africa, rispettivamente con 4 milioni di ettari e con 3,4 milioni di ettari. Anche l’Oceania ha subito una perdita netta, in parte dovuta alla grave siccità dell’Australia a partire dal 2000. L’Asia invece, nell’ultimo decennio ha registrato un guadagno netto di circa 2,2 milioni di ettari l’anno, dovuto in buona parte ai programmi di rimboschimento su larga scala attuati in Cina, in India e in Vietnam, che negli ultimi cinque anni sono riusciti ad espandere l’area forestale per un totale di quasi quattro milioni di ettari. Tuttavia, la conversione di superficie forestale ad altri usi è continuata in molti paesi a tassi molto alti. In Nord America ed in America Centrale la superficie forestale è rimasta abbastanza stabile, mentre in Europa ha continuato ad espandersi, sebbene ad un tasso meno rapido rispetto al passato.

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“Per la prima volta, siamo in grado di mostrare che il tasso di deforestazione è diminuito a livello globale grazie ad interventi concertati fatti sia a livello locale che internazionale”, dice Eduardo Rojas, Vice Direttore Generale della FAO, del Dipartimento Foreste. “I Paesi non solo hanno fatto passi avanti per quanto riguarda le politiche e le leggi forestali, ma hanno anche messo a disposizione delle comunità locali e delle popolazioni indigene l’uso delle foreste, anche per la conservazione della diversità biologica e per altre funzioni ambientali. Questo è un messaggio molto incoraggiante per il 2010 dichiarato Anno Internazionale della Biodiversità. “Va però detto che in molti paesi il tasso di deforestazione è ancora molto alto e l’area di foresta primaria – foreste indisturbate dall’attività umana – continua a diminuire. I paesi devono dunque rafforzare il proprio impegno per meglio salvaguardarle e gestirle”, ha aggiunto Rojas.