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Prestigiacomo e Fazio firmano: l’Italia resta libera da ogm. Per ora

7 aprile 2010 0 commenti

mais

Sono giorni decisivi per il futuro degli ogm in Italia. Con l’addio di Zaia, neo governatore della Regione Veneto, il no agli ogm (un no sinora bipartisan per l’eredita di Alemanno, Pecoraro Scanio e De Castro) è tutt’altro che scontato. Il futuro è tutto da scrivere ma ieri i ministri dell’Ambiente Prestigiacomo e della Salute Fazio hanno controfirmato il decreto di Zaia.

Per ora l’italia resta Ogm free. Con le controfirme dei ministri della Salute, Ferruccio Fazio, e dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al decreto predisposto dall’ex ministro dell’Agricoltura e ora presidente del Veneto, Luca Zaia, e’ stata respinta ”la richiesta di messa in coltura di ibridi di mais geneticamente modificati, contenente l’evento Mon 810, formulata dall’Azienda Dalla Libera Silvano”. Interpellato dall’Ansa, Silvano dalla Libera ha annunciato che ”fara’ ricorso” contro il decreto interministeriale, mentre Zaia si e’ detto ”davvero felice” per la scelta ”autorevole e condivisa da colleghi titolari di dicasteri importanti”.

Le due firme, attese da tutto il nutrito fronte anti-ogm, giungono nel giorno in cui a Roma e’ arrivato il bus ”No Ogm” di Greenpeace in tour per l’Europa. Politicamente affermano una linea comune della maggioranza sugli ogm, linea comune che non era scontata. I sostenitori del biotech – in particolare l’organizzazione agricola Futuragra (di cui Dalla Libera e’ vicepresidente) – contavano infatti ”sulle aperture fatte dal ministro Prestigiacomo” durante il convegno di Taormina organizzato da Confagricoltura (altra organizzazione agricola favorevole agli Ogm). E ancora poco prima delle delle due firme, Dalla Libera auspicava ”un ministro dell’agricoltura della Pdl, cioe’ del partito della liberta’ piu’ vicino all’innovazione”. Invece le due firme, rileva Zaia, ”non lasciano piu’ adito a nessun dubbio su una volonta’ collegiale di esaltare i caratteri peculiari dell’agricoltura italiana, identitaria e di qualita” Il decreto interministeriale e’ stato predisposto e firmato da Zaia prima delle elezioni regionali e si compone di un solo articolo nel quale si respinge tout court ”la richiesta di messa in coltura di ibridi di mais geneticamente modificati, contenente l’evento Mon810, formulata dall’Azienda Dalla Libera Silvano”.

Il provvedimento e’ stato la risposta dell’Amministrazione alla sentenza del Consiglio di Stato che a meta’ gennaio scorso, accogliendo il ricorso di Dalla Libera, imponeva ai ministeri competenti di concludere il procedimento ”di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato gia’ autorizzato a livello comunitario” e cioe’ il Mon810. Apprezzamento per le firme arrivano da diverse organizzazioni in particolare Cia-Confederazione italiana agricoltori e Coldiretti.

La Coldiretti però guarda avanti e lancia il suo appello:“Al nuovo ministro delle Politiche agricole chiediamo di continuare sulla stessa linea di Zaia”, e cioè di “spingere affinché l’Italia possa dichiararsi paese libero da ogm”. Lo afferma Carmelo Troccoli, segretario di Giovani Impresa di Coldiretti, in occasione della tappa italiana del tour europeo di Greenpeace contro gli organismi geneticamente modificati. A Roma, dove Coldiretti ha partecipato all’iniziativa, Troccoli si rivolge anche ad altri esponenti del Governo, il ministro dell’Ambiente e quello della Salute: “Anche Prestigiacomo e Fazio controfirmino il decreto già firmato da Zaia”, aggiunge.

Il segretario di Giovani Impresa di Coldiretti ribadisce quindi il “’no’ agli ogm e ‘sì’ al 100% made in Italy”, leit motiv dell’organizzazione agricola che, ricorda, ha lanciato un progetto di filiera tutta italiana. “Siamo qui perché riteniamo che gli ogm vadano in direzione opposta al nostro progetto” e perché, conclude Troccoli, “vogliamo un’Italia libera dall’omologazione delle colture”.

ROMA INTANTO E’ SEMPRE PIU CONTRO GLI OGM

“La mia impressione e’ che gli ogm siano una tecnologia immatura, utilizzata soprattutto per gli interessi delle multinazionali. Stiamo studiando per rafforzare la delibera comunale, perche’ vogliamo una citta’ libera dagli ogm”. Cosi’ il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in occasione della campagna europea di Greenpeace, partita dopo l’autorizzazione della coltivazione della patata Ogm da parte dell’Unione Europea, che ha fatto tappa a Roma. Greenpeace, per contestare le decisioni di Bruxelles, ha deciso di fare partire un tour in tutti i paesi europei attraverso un viaggio itinerante di un bus dell’associazione, sulla cui fiancata sono state poste le firme di cittadini, sindaci, ministri e rappresentanti del mondo agricolo.

“La nocivita’ degli Ogm- ha spiegato il sindaco– e’ legata non solo a motivi salutisti ma soprattutto a motivi ambientali. La loro utilita’ e’ enfatizzata e discutibile e non c’e’ motivo per spingere sugli Ogm. Nessuno ha inoltre mai sperimentato e studiato la ricaduta sull’ambiente degli Ogm che possono creare delle reazioni impreviste. Bene la ricerca ma la sperimentazione non deve avvenire in campo aperto, con la garanzia che non ci siano contaminazioni nell’ambiente” “Gli Ogm sono inutili e nocivi” e’ stata poi la scritta lasciata dal Alemanno sul bus. Il sindaco ha anche aderito alla moratoria contro gli Ogm prima di aggiungere: “C’e’ gia’ una delibera fatta dai miei predecessori” per rendere Roma un comune Ogm free, “ora la stiamo studiando per rafforzarla perche’ vogliamo una citta’ libera da organismi transgenici non solo nelle coltivazioni ma anche sull’uso alimentare, come ad esempio per le mense pubbliche e scolastiche”.