Fuori controllo la perdita di greggio. Un rogo per bruciare la marea nera
Lenta, inesorabile, inarrestabile. La marea nera non si ferma e la macchia di greggio che si spande da uno dei pozzi della dalla Deapwater Horizon, la piattaforma esplosa giovedì scorso al largo della Louisiana si allarga sempre più. I tentativi fatti con i robot sottomarini di attivare la grande valvola seimiautomatica che doveva chiudere il posso sono falliti, e ora, mentre la Bp si sta attrezzando per cercare di costruire una “cupola” sottomarina per raccogliere il greggio che fuoriesce: per costruirla serviranno almeno quattro settimane, ma vista la profondità il tentativo è altamente incerto: nessuno ha mai costruito una struttura simile a quelle pressioni e durante una emergenza.
La Bp, che mantiene nella zona 49 mezzi antinquinamento ha al tempo stesso ha avviato il “piano C” che consiste nella trivellazione di un altro pozzo per “soffocare” (al prezzo di 100 milioni di dollari) quello fuori controllo, la Guardia Costiera pensa alla possibilità di dar fuoco alla marea nera prima che raggiunga le coste. Attualmente si trova a 20 miglia a sud delle coste della Louisiana e si ritiene che potrebbe toccare terra entro domenica.
Il video della Associated Press
Il servizio della tv americana MSCBC
L’operazione è iniziata già oggi: tratti di mare coperti dal petrolio, delimitati dalle benne galleggianti, sono stati incendiati in modo da ridurre la quantità di greggio che raggiungerà la costa. . Per il primo test il petrolio e’ stato intrappolato all’interno di benne resistenti alle fiamme: e’ stato quindi ‘rimorchiato’ lontano dla resto della sterminata macchia e qui e’ stato incendiato in maniera controllata per un’ora circa. ”Dobbiamo stare attenti alle condizioni del mare. Il petrolio non ha le stesse capacita’ di bruciare della benzina”, ha detto il portavoce della Guardia Costiera Steven Carleton. Domani l’incendio si ripeterà su larga scala.
Il deliberato incendio di uno sversamento di petrolio fu effettuato nel 1993 nel Newfoundland, in Canada ed eliminò, a seconda degli studi, dal 50 al 99% del petrolio in acqua. Naturalmente, brucilare il petrolio determinerà un inquinamento atmosferico, ma alcuni esperti ritengono che il danno ambientale globale sia inferiore rispetto a quello che la marea nera potrebbe provocare toccando le coste.
Sinora il piu grande incidente nel Golfo risale al 1979, quando in acque messicane esplose la piattaforma Ixtoc 1, che rilasciò 140 mila galloni di petrolio. Per bloccarla ci vollero ben nove mesi di lavoro. Lo stesso e ben peggio potrebbe accadere questa volta. Se il pozzo non sarà chiuso a breve, si teme che possa rilasciare 100.000 barili di petrolio, pari 4.2 milioni di galloni. L’incidente della Exxon Valdez in Alaska nel 1989 _ per dare un termine di paragone _ ne disperse 11 milioni di galloni.
Alessandro Farruggia