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Caccia alle balene, il Giappone chiederà l’arresto dell’attivista Paul Watson

30 aprile 2010 0 commenti

NORTH SEA-ENVIRONMENT GREENPEACE 2Il Giappone chiederà all’Interpol di spiccare un mandato d’arresto internazionale contro l’attivista pro cetacei Paul Watson, un canadese ritenuto responsabile di alcune aggressioni contro la flotta baleniera nipponica nell’Antartico a febbraio. Lo ha annunciato l’emittente televisiva giapponese Nhk.

 

 

 

Watson è il fondatore dell’associazione che si occupa della difesa degli animali marini “Sea Shepherd” che perturba regolarmente la caccia ai cetacei giapponese nei mari del Sud. E’ il capitano della Steve Irwin, una delle navi utilizzate dall’associazione per effettuare operazioni di disturbo ai danni delle baleniere. Il militante è accusato di aver intralciato le operazioni di pesca e di aver guidato un attacco al burro rancido contro un membro dell’equipaggio di una baleniera, secondo Nhk.

 

Un altro militante di Sea Shepherd, il neozelandese Peter Bethune, è già stato incriminato in Giappone dove è detenuto dal 12 marzo nell’ambito della stessa inchiesta.

 

Il Giappone effettua ogni inverno una campagna di pesca ai cetacei nell’Antartico a nome della “ricerca scientifica”, una tolleranza della Commissione baleniera internazionale che altrimenti bandisce la caccia per scopi commerciali. Tokyo non nasconde però che la carne di balena finisce sui suoi piatti. Le sue campagne di pesca suscitano regolarmente aspre critiche, in particolare dall’Australia che minaccia di tradurre il Giappone davanti alla giustizia internazionale.