Home » Redazione Ecquo » Apertura, energia, Industria, Inquinamento, Mare »

Inizia l’operazione tappo: dieci giorni per cercare di bloccare le falle

4 maggio 2010 0 commenti
Il cuore degli scatoloni di contenimento di acciaio e cemento alti 12 metri che verrano calati sull falle (fonte Us Coast Guard)

Il cuore degli scatoloni di contenimento di acciaio e cemento alti 12 metri che verrano calati sull falle (fonte Us Coast Guard)

Operazione tappo, si parte. Il miglioramento delle condizioni meteorologiche sta facilitando il compito delle squadre di soccorso impegnate a contrastare la marea nera nel Golfo del Messico, mentre la compagnia petrolifera Bp si prepara a tentare un’operazione senza precedenti per contenere la fuoriuscita di greggio, ufficialmente di 5 mila barili al giorno ma che una ricerca dell’università della Florida valuta in 26 mila al giorno. L’obiettivo è “tappare” la falla, o meglio sistemare una copertura che consenta d recuperare almeno l’85% del greggio che fuoriesce, in attesa che sia scavato _ in almeno 2 mesi _ il pozzo che dovrebbe bloccare quello fuori controllo.

“Oggi imbarcheremo sulla nave un grande box di contenimento, che speriamo di potere installare entro una settimana” sulle falle, ha affermato Doug Suttles, il capo delle operazioni della società petrolifera britannica Bp che gestisce la piattaforma offshore “Deepwater Horizon”, all’origine del disastro ambientale. La scatola di contenimento dal peso di 74 tonnellate che dovrà essere posata sul fondo dell’oceano, a 1.500 metri di profondità, è la prima delle tre che “saranno installate sulle falle per permettere di recuperare il greggio e di aspirarlo grazie a una nave di perforazione, Enterprise situata sulla superficie”, ha affermato nei dettagli. Negli ultimi tre giorni, venti forti e il mare agitato avevano impedito le squadre di soccorso di tentare di arginare la chiazza di greggio che si estende ormai su oltre 200 chilometri di lunghezza e 110 di larghezza.

Ieri, la British Petroleum ha assicurato che pagherà “tutti i costi necessari ed appropriati per la bonifica” delle zone contaminate dalla marea nera. “Bp si assume la responsabilità della risposta alla marea nera, e la ripuliremo”, si legge su un comunicato, nel quale la compagnia si impegna inoltre a “pagare tutte le richieste di indennizzo legittime e verificabili per le perdite e i danni dovuti alla marea nera” negli Stati della Louisiana, Alabama, Florida e Mississippi. Secondo alcune società di auditing i danni provocati dalla perdita di petrolio all’industria ittica e al turismo potrebbero raggiungere i sei miliardi di dollari.

(a.farr.)