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Smog, l’appello di Formigoni: “Serve un piano nazionale del Governo”

7 maggio 2010 0 commenti

364027-15642551Ci sono ancora due mesi di tempo, il Governo non sprechi quest’ultima possibilità” e approvi “un piano aria su scala nazionale”. Parla chiaro il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il giorno dopo l’ultimatum dell’Unione Europea all’Italia per l’assenza di misure strutturali contro l’inquinamento.

 

 

L’Italia paga tre anni di ritardi – spiega Formigoni – per cui chiedo al Governo di accelerare il lavoro del tavolo tecnico già aperto con le Regioni per definire il piano aria su scala nazionale che blocchi l’iniziativa della Commissione europea. Sono tanti i Paesi europei ai quali la Commissione chiede di mettersi in regola, ma l’Italia può e deve essere virtuosa”.

 

Bruxelles chiede all’Italia di mettersi in regola e ha mandato un ultimo avvertimento prima di comminare pesanti sanzioni per la mancanza di una strategia efficace nella lotta contro l’inquinamento, soprattutto quello legato alle polveri sottili.

 

Regione Lombardia – aggiunge Formigoni – si è mossa per tempo e così hanno fatto altre Regioni, per fornire alla Commissione un ‘piano di rientrò che riportasse il territorio nei parametri definiti dall’Europa. Gli interventi che andrebbero messi in moto coinvolgono diversi ministeri e per questo è necessaria una risposta di sistema. Occorre evitare la sanzione e soprattutto restituire a tutti i cittadini italiani un’aria più respirabile, così come sta accadendo in Lombardia dove, grazie agli interventi messi in campo dalla Regione, registriamo un calo degli inquinanti”.

 

Dopo l’ultimo avvertimento, annunciato ieri, la Commissione europea ha concesso all’Italia 60 giorni per dimostrare di essere in grado di far rispettare i valori limite per il PM10 a partire dal prossimo anno, grazie all’attuazione di un Piano nazionale connesso i Piani regionali.

 

Le Regioni e Regione Lombardia in particolare – sottolinea Formigoni – hanno già dimostrato di voler fare la loro parte e hanno accumulato in questi anni il know-how necessario per fronteggiare l’inquinamento. La nostra impostazione è chiara: attraverso un mix di incentivi economici e disincentivi all’uso dei mezzi più inquinanti stiamo coinvolgendo i cittadini, responsabilizzandoli, in questa battaglia che è certamente fatta di azioni politiche ma anche di milioni di gesti virtuosi compiuti da ogni singola persona”.

 

Il presidente si augura che “nelle prossime 8 settimane sia possibile stendere un documento unitario che prenda spunto dalle proposte che abbiamo già formulato al ministero dell’Ambiente”. Le Regioni propongono al Governo nazionale di intervenire – con una propria legge – in tre ambiti: il settore produttivo, la mobilità sostenibile e il settore abitativo.

 

Occorre, spiegano dalla Regione, ridurre i limiti delle emissioni industriali, “in Lombardia ci abbiamo messo mano già nel 2000”, e intervenire sull’inquinamento legato ai liquami dell’agricoltura. Sul fronte della mobilità Regione Lombardia suggerisce di allargare gli incentivi per l’installazione dei filtri antiparticolato, a partire dai mezzi pubblici. “Dobbiamo dare vita ad un’azione corale – sostiene Formigoni – altrimenti gli sforzi che una Regione compie per far circolare veicoli meno inquinanti sul proprio territorio vengono vanificati dai mezzi che provengono dalle Regioni vicine o da altri Paesi”.

 

Sul versante degli edifici, poi, il Piano Aria nazionale dovrebbe insistere sull’analisi energetica – a partire da quelli pubblici – e sulle misure di risparmio in edilizia, e sarebbe necessario estendere il controllo sulla combustione della legna e delle biomasse. Insomma, conclude Formigoni, «migliorare la qualità dell’aria si può, e in Lombardia lo abbiamo dimostrato. Ma non c’è altro tempo da perdere”.