Home » Redazione Ecquo » Apertura »

Il “tappo d’acciaio” è sul pozzo. Entro domani sapremo se funziona

8 maggio 2010 0 commenti

Gulf Oil Spill
Doug Souttles, capo delle operazioni della British Petroleum, ha annunciato la posa sul fondale del primo dei due apparati di contenimento in acciao e cemento armato destinati a coprire e incanalare verso una petroliera il flusso del pozzo petrolifero della Bp da cui dal 20 aprile scorso si stanno riversando nel Golfo del Messico migliaia di tonnellate di greggio.

La struttura, alta 12 metri e del peso di cento tonnellate, è stata posata stamani sul fondo con l’ausilio di sonde sottomarine ed occorreranno almeno 12 ore prima che si assesti e venga fissata dai Rov, i robot sottomarini: una volta accertatane la stabilità i tecnici vi collegheranno una conduttura in grado di convogliare il greggio verso la superficie, dove verrà raccolto da una petroliera. Entro domenica si avvieranno le operazioni di aspirazione e si vedrà se il sistema funziona oppure no.

Si tratta del primo tentativo di questo genere alle profondità alle quali si trova il pozzo, oltre 1.500 metri: fino ad ora la tecnica era stata sperimentata solo in acque basse. Secondo le prime ricostruzioni l’esplosione della piattaforma offshore “Deep Water Horizon”, origine del disastro, sarebbe stata causata da una bolla di metano fuggita in superficie dopo il cedimento di un “tappo” di cemento di una tubazione.

La piattaforma Transocean Develpment Driller II al lavoro

La piattaforma Transocean Develpment Driller II al lavoro

Nel frattempo proseguono le operazioni di trivellazione del pozzo che dovrebbe intercettare e controllare, o “soffocare” con cemento a seconda delle condizioni che si rveranno, quello che ha avuto l’incidente. Al lavoro c’è la piattaforma Transocean Development Driller III.