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Marea nera: entro 48 ore a rischio le paludi del delta. Entro 3 giorni nuova cupola

10 maggio 2010 0 commenti
la previsione della NOAA per il 12 di maggio. In rosso le aree di contatto del petrolio con la terraferma

la previsione della NOAA per il 12 di maggio. In rosso le aree di contatto del petrolio con la terraferma

E ora la marea nera che, ha già raggiunto le isole Chandeleur, potrebbe davvero toccare le coste della Louisiana. le previsioni della NOAA per le prossime 72 ore sono pessime. I venti spingeranno il greggio verso il delta del Mississipi investendo delle delicatissime zone umide. ”Il perdurare di venti da Est e Sud Est per tutto martedi’ potrebbe far arrivare a terra nuove quantita’ di petrolio – si legge nella proiezione – la parte ovest del delta del Mississippi e’ minacciata nella giornata di lunedi’, mentre potenziali contatti con la Oyster Bay sono previsti per martedi’, e con la Atchafalaya Bay mercoledi”’. La palude di Atchafalaya circonda il delta del fiume omonimo, e misura 32 chilometri di larghezza e 240 chilometri di lunghezza. L’area, che contiene numerose specie di piante e animali tipiche di questo tipo di terreno, era gia’ stata severamente danneggiata dall’uragano Katrina.

Per cercare di ridurre l’impatto, in queste ore si sono aperte o si stanno aprendo sei chiuse sul Mississipi: l’obiettivo e combattere con il flusso di acqua dolce l’arrivo della marea nera spinta dalle onde. I progetti per ridurre gli impatti sono molteplici. È al vaglio delle autorità federali e dello stato della Louisiana il progetto, annunciato dal governatore Bobby Jindal, di creare un anello di isole artificiali per proteggere le coste dalla marea nera proveniente dal Golfo del Messico. Secondo il quotidiano ‘Washington Post’ il piano, che le autorità contano di sottoporre alla Casa Bianca entro pochi giorni, prevede la costruzione di un cordone di isole lungo circa 110 chilometri, ottenuto dragando sabbia e fango dal fondale marino e depositando il materiale lungo le coste esterne delle isole della Louisiana. Un simile progetto dovrebbe di norma essere preceduto da anni di studi di impatto ambientale, ma le autorità locali e dello stato della Louisiana intendono procedere d’urgenza data la gravità della situazione. Tra i territori a rischio contaminazione, infatti, vi sarebbero diverse isole ritenute veri e propri patrimoni naturalistici, come il «Breton National Wildlife Refuge». Ritardare l’intervento, avvertono le autorità della luisiana, potrebbe comportare il rischio di un vero e proprio disastro ambientale, a causa soprattutto dell’imminente stagione degli uragani che minaccia di accelerare il cammino della marea nera verso le coste.

Ognuno si arrangia come può. La polizia della Florida per esempio ha suggerito di mettere balle di fieno in acqua. Un piano in tre fasi è stato ideato da Michael A Adkinson, sceriffo della contea di Walton, sulla spiaggia di Santa Rosa, e da Cw Roberts, un imprenditore privato: chiatte galleggianti al largo dei 50 chilometri di coste incontaminate, riempite con giganteschi rotoli di fieno e dotate di compressori per ‘spararè nelle acque oleose il fieno. «Il fieno si aggreghera insieme al greggio e renderà più agevole rimuove i detriti dall’acque», ha spiegato il portavoce dello sceriffo, Mike Gurspan. E c’è di peggio. L’ammiraglio Thad Allen, comandante della Guardia Costiera, ha suggerito di sparare rifiuti plastici – copertoni e palline di golf – nella conduttura danneggiata, per ostruirla e fermare la perdita di greggio. Ma il rischio è che, se questo assai estemporaneo tappò saltasse potrebbe portar con sè anche le tubature danneggiate e il meccanismo di chiusura automatica (solo parzialmente attivo) che oggi riducono la portata del pozzo. E così il petrolio finirebbe in mare a una velocità 10-12 volte maggiore rispetto a quella attuale.

LA BP PROMETTE: NUOVA CUPOLA ENTRO 72 ORE

E’ stato impossibile posizionare il grade box di contenimento da 100 tonnellate ma la British Petroleum ha fatto sapere che cercherà di installare entro 72 ore una seconda, più piccola struttura metallica sopra la falla da cui secondo la Bp fuoriescono 5mila barili di greggio al giorno, mentre secondo altre fonti sarebbero almeno 26 mila. La nuova struttura sarà operativa entro la fine della settimana, ha annunciato oggi in una conferenza stampa a Houston l’amministratore delegato di Bp, Tony Hayward. Per giustificare il fallimento della prima operazione di posizionamento della cupola, Hayward ha detto che dalla falla fuoriusciva una quantità di gas più alta del previsto. L’amministratore delegato ha però voluto rassicurare affermando che i dissolventi chimici sparsi questa mattina sul fondale mattino stanno avendo un “impatto significativo” sulla macchia di petrolio. Il manager ha poi detto che come soluzione permanente al problema la Bp ha da giorni iniziato a scavare un secondo pozzo vicino a quello della piattaforma esplosa il 20 aprile. il colosso petrolifero è in cerca di suggerimenti: sul sito aperto per fornire aggiornamenti sulle evoluzioni della situazione (www.Deepwaterhorizonresponse.Com) chiunque può ora proporre idee, che vengono poi sottoposte a un team di ingegneri per valutarne l’effettiva efficacia e attuabilità. «Sono certo che ci sono buone idee, anche se molte altre potrebbero non essere così valide», ha detto eric smith, esperto della tulane university di new orleans, mentre il portavoce di bp bryan ferguson ha detto fatto sapere che «molti esperti da tutto il mondo stanno collaborando e valutando le idee presentate».