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Enea-Federambiente: il 51,9% dei rifiuti va in discarica. Troppo

12 maggio 2010 0 commenti

discarica

In Italia ci sono 393 impianti per il trattamento di rifiuti urbani, finalizzati al recupero di materia (compostaggio) e di energia (digestione anaerobica, incenerimento con recupero energetico): insieme hanno capacita’ complessiva di oltre 27 milioni di tonnellate all’anno, e nel corso del 2007 hanno trattato circa 18 milioni di tonnellate di rifiuti. A dirlo è il ‘Rapporto sulle tecniche di trattamento dei rifiuti urbani in Italia’, realizzato da Enea e Federambiente con la collaborazione del ministero dell’Ambiente e presentato oggi a Roma. Ma la notizia è un’altra. Dallo studio emerge che nel 2007 “a fronte di una produzione totale di rifiuti urbani pari a 32,55 milioni di tonnellate, il quantitativo di rifiuti urbani trattati si stima sia stato pari a 20,66 milioni di tonnellate (63,5%)”. Questo vuol dire che “almeno 11,89 milioni di tonnellate (36,5%) sono state smaltite direttamente in discarica senza subire nessuna forma ditrattamento“. Ma, sottolinea il rapporto, a questi quantitativi di rifiuti, vanno sommati quelli degli scarti pretrattati e i residui di trattamento, che “fanno si’ che l’incidenza della discarica sia ancora pari al 51,9%”. Insomma, “l’Italia in tante parti e’ ancora sotto la minaccia d’incombenti crisi nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti”, ha affermato il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, che non ha dubbi sul fatto che “si deve fare di piu’“.

Gli impianti di trattamento di frazioni organiche selezionate per la produzione di compost sono 195, con una capacita’ complessiva di trattamento pari a circa 5,35 milioni di tonnellate all’anno e una capacita’ media pari a circa 27 mila tonnellate all’anno. Questi impianti, sottolinea lo studio Enea-Federambiente, “sono concentrati soprattutto nel Nord del paese (ben 122, con capacita’ di trattamento pari a circa il 56% del totale)”. Uno squilibrio che lascia scoperto il Sud. Nel corso del 2007, sottolinea il rapporto, negli impianti di compostaggio sono stati trattati circa 3,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una produzione di circa 930 mila tonnellate di compost. Va meglio il discorso relativo agli impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb), che producono combustibile derivato da rifiuti (Cdr), di frazione organica stabilizzata (Fos) e procedono alla separazione secco-umido. Questi impianti – 135 per una capacita’ complessiva di trattamento di 14,5 milioni di tonnellate all’anno – “risultano abbastanza ben distribuiti a livello nazionale, con capacita’ di trattamento pressoche’ equivalenti al Nord ed al Sud e solo lievemente inferiore al centro”. Anche in questo caso si registra al Nord un numero maggiore di impianti (58 su 135). Sono 53 gli impianti di trattamento termico (di cui 51 operativi e 2 in avviamento nel corso del 2009), “tutti costituiti da inceneritori” (ad eccezione di un solo gassificatore), per una capacita’ complessiva di trattamento pari a circa 6,7 milioni di tonnellate all’anno e e una capacita’ media pari a circa 125 mila tonnellate all’anno. Sono concentrati soprattutto al Nord (29 su 53), con una capacita’ di trattamento pari a circa il 66% del totale. Il recupero energetico viene effettuato nella quasi totalita’ degli impianti (51 su 53) tramite la produzione di energia elettrica, mentre la produzione di energia termica, effettuata nell’ambito di uno schema di funzionamento cogenerativo, riguarda solo 11 impianti, tutti situati al nord. Con questa tipologia di impianti, nel 2007 sono stati trattate 4,45 milioni di tonnellate di rifiuti. Dal loro trattamento sono stati prodotti circa 2.834 GigaWattora di energia elettrica e 757 GigaWattora di energia termica, nonche’ circa 800 mila tonnellate di scorie il cui recupero ha raggiunto una quota superiore al 50% e circa 220 mila tonnellate di residui dal trattamento dei fumi.

Giovanni Lelli, commissario dell’Enea, guarda il ‘bicchiere mezzo pieno’: “Un’impiantistica di trattamento e recupero dei rifiuti urbani, congruente con una corretta gestione integrata e in linea con la normativa di settore nonche’ con gli standard tecnologici adottati in altre realta’ dell’Unione Europea, e’ gia’ una realta’ per molte aree del nostro Paese”, ha affermato. Adesso, “va dato un maggiore impulso allo sviluppo di tale impiantistica in alcune aree del Centro-Sud”.