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Ambiente, Greenpeace stila la classifica degli editori ‘Salvaforeste’

13 maggio 2010 0 commenti

ADV RUSSIA MILL DISPUTENon basta, come fa Ecquo, dare finalmente spazio all’informazione ambientale: se si fa parte della carta stampata o si editano libri è importante anche cercare di usare supporti a basso impatto ambientale. Perché c’è carta e carta… Di questo ne è consapevole Greenpeace, che ha stilato una classifica ‘Salvaforeste’ degli editori italiani. E’ stata presentata nella giornata d’apertura del Salone Internazionale del Libro di Torino, rivelando come la maggior parte dei libri venduti in Italia sia una minaccia per le preziose foreste di Sumatra e gli ultimi oranghi indonesiani. Il campione della deforestazione in Indonesia è App (Asia Pulp and Paper), il più grande produttore di carta del Paese e il secondo a livello mondiale.

 

Negli ultimi anni, l`Italia ha incrementato esponenzialmente le proprie importazioni di carta dall`Indonesia fino a diventare il più importante acquirente europeo di carta indonesiana e il maggior cliente di App. Studi di Greenpeace dimostrano che per ogni tonnellata di cellulosa prodotta da App in Indonesia nel 2007, sono state emesse circa trentaquattro tonnellate di CO2.

Quanto sono complici di questo massacro gli editori italiani? I risultati della classifica dimostrano che soltanto il 18 % delle case editrici interpellate ha scelto di acquistare solo ed esclusivamente carta sostenibile aderendo al progetto di Greenpeace “Editori amici delle foreste”. Tra questi: Bompiani, Fandango, Hacca e Gaffi. Un esiguo 6% stampa i propri libri solo su carta FSC proveniente da foreste certificate secondo standard affidabili: tra essi Marsilio e Fanucci.

Il 55% degli editori interpellati ha risposto al questionario dimostrando trasparenza, ma ha dichiarato di non poter fornire informazioni chiare sulla propria carta e quindi non ha una politica sostenibile. In questo corposo gruppo, riferisce Greenpeace, si trovano i principali gruppi editoriali italiani, Mondadori, Rcs Libri, Gruppo Giunti e Gruppo Mauri Spagnol, che da soli costituiscono più della metà del mercato italiano dei libri.

Il restante 20% è quello dei più “cattivi”, nonostante i ripetuti solleciti di Greenpeace, non ha fornito alcuna informazione utile per poter valutare la sostenibilità della propria carta dimostrando poca trasparenza e nessuna volontà di escludere dalla propria filiera carta proveniente dalla deforestazione. Tra questi Feltrinelli che da solo controlla quasi il 4% del mercato librario.