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Ogm, l’allarme di agricoltori e Verdi: “Presenti nell’85% dei mangimi per animali di allevamento”

14 maggio 2010 0 commenti

MaisI nostri allevamenti di bestiame, oltre 300 mila stalle, sono invasi da mangime ogm di provenienza estera. Più di 4 milioni di tonnellate di soia , un quarto del fabbisogno nazionale, e 2 milioni di tonnellate di mais biotech, in pratica oltre il 25% del totale, entrano nell’alimentazione degli animali allevati in Italia.

 

 

 

In altri termini, l’85% dei mangimi usati nelle stalle italiane contiene varie percentuali di ogm, e se non c’è biotech, nelle stalle vengono ‘serviti’ alimenti a base di scarti di pasticceria o dell’industria agroalimentare. L’allarme lo lanciano oggi la Cia-Confederazione italiana agricoltori e i Vas-Verdi ambiente e società.

 

Insomma, “inevitabilmente prodotti come carne, latte e formaggi con presenza di organismi geneticamente modificati finiscono sulle tavole degli italiani”. E, avvertono Cia e Vas, “senza interventi mirati entro un quinquennio” la disponibilità di mais ogm-free potrebbe ridursi “di circa il 70%”. La soluzione? Passare ad un Piano nazionale di proteine vegetali, utilizzando anche territori del Demanio non utilizzati, per la produzione di soia italiana, piselli, fave e favini per l’alimentazione animale, nell’ottica di una zootecnia sostenibile. Una mossa con evidenti vantaggi per animali, ambiente e consumatori.